Chivu: «Conte? Nessuna voglia di rivalsa, qui si è vinta la seconda stella e giocato due finali Champions»
In conferenza al vigilia del match al Maradona: «È una gara importante, non dobbiamo negare la realtà. Giorno di risposo prima della partita? Non devo giustificarlo, mi sembra normale. E' il miglior allenamento a volte»

Db Milano 25/08/2025 - campionato di calcio Serie A / Inter-Torino / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cristian Chivu
Domani, ore 18:00 al Maradona, Napoli e Inter si affronteranno nella gara valida per l’ottava giornata della Serie A 2025/26. Alla vigilia del match, Cristian Chivu è intervenuto in conferenza stampa per fare il punto della situazione in casa nerazzurra.
Le parole di Chivu in conferenza
Che partita aspettarsi?
«Si affrontano la squadra Campione d’Italia con la squadra vice-campione d’Italia. Le ambizioni sono altissime. Sarà una gara combattuta in cui entrambe le squadre vorranno dire la loro e portare a casa il risultato».
Che risposte deve dare questa partita?
«Non possiamo fare paragoni con l’anno scorso ma guardare cosa è accaduto l’anno scorso: loro hanno vinto il campionato e noi no. La rivalità e le ambizioni ci sono».
Ha dato un giorno di riposo prima di Napoli-Inter… Si fida molto
«Non devo giustificarlo, mi sembra normale. E’ il miglior allenamento a volte. Veniamo da un periodo molto intenso, mi sembrava giusto staccare un po’ e concedere loro una giornata con le famiglie. Mi fido della loro professionalità».
E’ una partita che può indirizzare il campionato?
«È una gara importante. Non dobbiamo negare la realtà. Sono importanti i punti per muovere la classifica e determinare il cammino di una stagione. Ma è presto. Tante squadre hanno già due sconfitte. Il Milan ha solo una sconfitta, ma ha qualche pareggio. Si va avanti, è solo l’ottava giornata. Bisogna capire l’importanza di questa gara. Si gioca tanto, ma non ci si gioca tutto. Serve spirito, convinzione e consapevolezza. A Napoli l’ambiente non sarà a nostro favore e dovremo essere preparati a livello mentale e fisico per fare una grande prestazione».
Nota differenze tra la preparazione di una partita così da giocatore e da allenatore?
«La mia esperienza mi ha insegnato che tute le gare van trattate allo stesso modo per dare continuità agli obiettivi di una squadra. Non ci si può permettere il lusso di considerarsi superiore. Con questo approccio no si vincono campionati o trofei. Perché poi arrivano le gare importanti e non si sa come fare ad affrontarle. Serve rispetto per se stessi, per i compagni e per l’avversario. Una vittoria non è mai scontata e bisogna meritarsela in campo gestendo anche i momenti di difficoltà».
Cosa cambia per Lautaro e per l’Inter se gioca Bonny o Esposito?
«Non cambia niente, sono solo numeri. Ho quattro attaccanti compatibili e posso mischiarli senza cambiare il rendimento della squadra. Sono generosi e lavorano per la squadra. Mettono il gruppo davanti a tutto. Non esistono coppie migliori per me. L’han dimostrato finora che sanno stare insieme senza pestarsi i piedi».
Come ti poni sulla questione di Milan-Como a Perth?
«Io ho imparato a non lamentarmi. Non vedo fantasmi. Lamentarsi è uno spreco di energie, bisogna anche guardare il lato positivo se c’è. Io ho fatto un’amichevole in Libia e non mi sono lamentato. Sono opportunità per dimostrare che il calcio è internazionale e che siamo dei professionisti. Poi sta a un allenatore e a una società gestire risorse ed energie. Impareremo anche a fare cose per il bene della squadra con qualche giorno di riposo».
In questa Serie A è sempre più difficile fare gol?
«Sono tanti anni che sono qui. In Italia non è mai facile fare gol. Non mi sembra un problema, vuol dire che le squadre e le partite sono ben preparate. All’estero magari c’è meno preoccupazione da questo punto di vista, ma più attenzione al gioco della propria squadra. Si pensa a giocare e non a giocare contro. Il calcio italiano non è scaduto o è in ritardo rispetto ad altre realtà. E’ solo un modo diverso di interpretare il calcio visto che tanti allenatori sono ben preparati».
Domani alcuni giocatori dell’Inter affronteranno il loro ex allenatore e quasi tutti la squadra che li ha battuti un anno fa: c’è voglia di rivalsa?
«Non credo. Conte è stato qui cinque anni fa e nel frattempo con Inzaghi si è vinta la seconda stella e fatte due finali di Champions. Sono passati degli anni, nessuno ha bisogno di motivazioni in più perché c’è Conte da affrontare. Siamo l’Inter, rispettiamo quello che siamo diventati. Sappiamo chi siamo e chi vogliamo essere. Vogliamo fare una grande stagione e portare avanti il progetto».
Sul tema delle rotazioni: come sta lavorando lei?
«Diouf e Luis Henrique hanno giocato meno per ora ma hanno margini di crescita, ad oggi non li reputo ancora pronti ma non vuol dire che non gli ho dato la possibilità. Forse con tante partite ravvicinate ho avuto meno tempo per ascoltarli e spiegargli cose, ma hanno qualità, la vedo ogni giorno e arriverà il momento in cuii si sbloccheranno e li vedremo in campo più spesso».











