Borriello: «Alla Roma servirebbe un Hojlund, il ds Sabatini mi definì un “problema” alla Roma»

Alla Gazzetta: «Non potevo fruttare una ricca plusvalenza. Litigai con Gasperini ai tempi del Genoa, ma aveva ragione lui. In quel periodo ero meno concentrato, avevo già firmato per il Milan».

As Roma 20/08/2017 - campionato di calcio serie A / Lazio-Spal / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Marco Borriello

In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, l’ex calciatore Marco Borriello ha parlato del periodo vissuto alla Roma e degli attaccanti della Serie A che stima maggiormente, tra cui Rasmus Hojlund del Napoli.

L’intervista a Borriello

La storia con la Roma finì poco dopo il 2014…

«In realtà con Rudi Garcia ero spesso titolare. Poi mi capitò un infortunio al perone e a gennaio decisero di puntare su Destro, che era un grande investimento della proprietà americana: salutai e andai al West Ham, di fatto senza più tornare».

Il ds di allora, Walter Sabatini, appena insediato definì Borriello “un problema”…

«Il motivo è logico: non essendo più giovanissimo, non potevo fruttare una ricca plusvalenza. La linea gestionale era acquistare calciatori per poi rivenderli, non certo puntare a vincere».

Con Friedkin le cose sembrano leggermente cambiate…

«Mah, per ora i risultati non sono stati soddisfacenti. L’Inter rimane la squadra più forte, il Napoli ha un mostro come Conte e il Milan ha fatto un ottimo mercato».

La priorità per la Roma è un attaccante? Un Borriello oggi servirebbe, viste le difficoltà di Dovbyk e Ferguson…

«Sì, ci vorrebbe uno come Hojlund. Ma mi piace molto anche Piccoli, che è arrivato alla Fiorentina e in Nazionale».

Lei con Gasperini discusse a brutto muso ai tempi del Genoa…

«È vero. Nello spogliatoio di Parma. Niente contatti fisici ma qualche parola poco carina… Lui mi rimproverò, io risposi a tono. Ma a distanza di anni posso dire che aveva ragione lui. In quel periodo ero meno concentrato del solito, avevo già firmato per il Milan».

Ora come passa il tempo?

«Sto studiando. Nel privato penso e spero di poter costruire una famiglia: in fondo ho solo 43 anni. Per quanto riguarda il lavoro, ho la fortuna di conoscere tante persone: sto ampliando i miei interessi. Mi sono iscritto a un corso Fifa incentrato sul management, resto legato all’Ibiza calcio con un ruolo di consulenza. Poi magari prenderò il patentino di allenatore».

Totti lo sente? Che farà?

«Qualche volta ci mandiamo messaggi. Francesco potrebbe fare qualunque cosa nel mondo del calcio. Non so cosa abbia in mente».

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