Thiam in Belgio è un caso politico, interviene il governo. Lo scontro valloni-fiamminghi ai Mondiali di atletica
Lei: «Sono stata boicottata». Il suo tecnico: «Mi vergogno di essere belga». Il ministro ha chiesto approfondimenti

Belgian athlete Nafissatou Nafi Thiam talks during a press conference on the 49th edition of the Memorial Van Damme athletics event in Brussels, on August 21, 2025. The 2025 Allianz Memorial Van Damme Diamond League meeting take place on August 22, 2025. (Photo by JOHN THYS / Belga / AFP) / Belgium OUT
Frustrazione, incomprensioni e malumori. E’ quello che lasciano i mondiali di Tokyo nei rapporti tra atleti e federazioni in Belgio (lo sport è organizzato tra due federazioni, francofona e fiamminga, rappresentate da una unica federazione del Belgio) dopo l’esplosione del caso Thiam. Lo scrive il portale belga Nieuwsblad.be
Le accuse velate di discriminazione di Nafi Thiam
Con in prima fila Nafi Thiam (lei vallona), diverse atlete belghe hanno denunciato il comportamento delle federazioni, accusate di scarsa comunicazione, ostruzionismo e accordi mancati. «Una nube oscura incombeva su di me», ha detto Thiam in lacrime. «Sono stata deliberatamente boicottata». Ancora più duro il suo allenatore Michael Van der Plaetsen: «Mi vergogno di essere belga». Uno dei punti centrali dello scontro è stato il rifiuto, da parte della tre volte campionessa olimpica, di firmare il codice di condotta che prevedeva regole sui diritti d’immagine e sugli sponsor personali. Thiam ha inoltre protestato per il mancato accredito del suo fisioterapista personale.
La posizione della ministra dello sport fiamminga
Quando la più grande olimpionica del Belgio parla in questi termini, le sue parole pesano, anche negli uffici politici. «Abbiamo incaricato Sport Vlaanderen di ricostruire al più presto la cronologia degli eventi delle ultime settimane. Prima di tutto serve chiarezza: molte dichiarazioni forti sono finite sulla stampa, ma abbiamo bisogno di un quadro preciso. Per questo abbiamo chiesto a Sport Vlaanderen e ad Athletics Vlaanderen – che organizzano l’atletica nella parte fiamminga del Belgio ndr – di confrontarsi con i loro omologhi valloni. Solo allora la ministra dello Sport potrà valutare eventuali provvedimenti», ha fatto sapere l’ufficio della Ministra dello Sport fiamminga Annick De Ridder
Le accuse dei francofoni
Quella che sembrava una disputa interna alla parte francofona del Paese ha assunto una portata interlinguistica dopo le dichiarazioni di Jessica Mayon, presidente della federazione vallona di atletica. Mayon ha suggerito che dietro i problemi ci fosse soprattutto la parte fiamminga, in particolare il coordinatore sportivo d’élite Rutger Smith. «La questione è sicuramente più complessa di come viene presentata. Anche la Vallonia ha la sua versione dei fatti», ha risposto il governo.
I problemi della centralizzazione a Gand
Il malcontento, però, non riguarda solo Thiam. Anche gli ostacolisti Paulien Couckuyt e Michael Obasuyi hanno lamentato, durante i Mondiali, la mancanza di comunicazione, trasparenza e sostegno da parte di Athletics Vlaanderen. Già lo scorso anno, diversi atleti fiamminghi si erano opposti al progetto di centralizzare l’attività d’élite a Gand. «Anche questo aspetto potrebbe aver inciso. All’epoca avevamo già segnalato la necessità di migliorare la comunicazione. Questo processo, purtroppo, è ancora in corso», ha spiegato ancora l’ufficio di De Ridder.