Sinner e Alcaraz (come Yamal nel calcio) sono fluidi, specialisti in nulla. Sono il futuro (El Paìs)
"Il futuro è questo: atleti giovani e imprevedibili che si sforzano di superare i limiti prima del loro tempo. Qualcuno si aspettava Messi dopo Messi così presto?"

Italys Jannik Sinner plays a forehand return to Canadas Felix Auger-Aliassime during their men's singles semifinal tennis match on day thirteen of the US Open tennis tournament at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, on September 5, 2025. (Photo by KENA BETANCUR / AFP)
El Paìs analizza la finale tra Sinner e Alcaraz dal punto di vista dell’evoluzione generazionale. Li accomuna ad Arda Güler o Lamine Yamal. In tutto “quattro nomi che dieci anni fa non apparivano nemmeno sulle pagine di un giornale. Quattro nomi che occuperanno ogni pagina nei prossimi dieci. Il loro aspetto stridente trasforma il periodo in cui non esistevano in una mera vigilia. Tutti e quattro hanno qualcosa in comune: non sono specialisti in nulla, non sono giocatori di servizio e rete, né giocatori di profondità, né ali da palleggio, né centrocampisti offensivi da passaggio finale. Sono tutto e niente, assurdamente fluidi”.
“Vedi Carlos Alcaraz giocare e hai l’impressione di assistere al tennis che ci si aspettava tra dieci o quindici anni. Forse il futuro è questo: atleti giovani e imprevedibili che si sforzano di superare i limiti prima del loro tempo. Qualcuno si aspettava Messi dopo Messi così presto? Ci sono voluti 20 anni perché Messi apparisse dopo Maradona. Un altro mancino impazzito in vantaggio di diverse lunghezze sui suoi rivali diciassettenni?”
Leggi anche: Dietro Sinner e Alcaraz c’è il vuoto, il tennis ora ha un problema di noia
“Le quattro figure mondiali del tennis e del calcio sono presenti e vigilia allo stesso tempo. Da un lato, si trovano nel momento in cui devono raggiungere tutto; dall’altro, si trovano nel momento in cui non sono in grado di prevedere il decennio successivo. Sono circondati dal raro mix di aspettativa e delicatezza che consuma le prime stelle. I paragoni li perseguitano. I riflettori puntano su di loro anche negli angoli più remoti delle loro feste di compleanno o dei loro viaggi a Ibiza. Eppure, in campo e sul campo, la disciplina e le richieste sono eccessive al punto da essere sconsiderate”.
“E allora si capisce che ciò a cui stiamo assistendo non è ancora la lotta, ma la vigilia. La vigilia di uno sport diverso, di una nuova lingua che deve ancora essere nominata”.