Occhio a cullarsi sull’espulsione, il Napoli col City ha perso nettamente. Non capirlo significa farsi del male
Di Lorenzo non è stato espulso per un errore arbitrale. Il calcio ad alto livello è questo. Il migliore è stato Milinkovic. È stata una lezione ma le lezioni vanno capite sennò non servono a niente

Db Manchester 18/09/2025 - Champions League / Manchester City-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: espulsione Giovanni Di Lorenzo
Occhio a cullarsi sull’espulsione, il Napoli col City ha perso nettamente. Non capirlo significa farsi del male
Il principio di realtà è fondamentale, altrimenti poi ci si perde. Come ha recentemente detto Julio Velasco: «L’inizio del declino è quando la persona diventa personaggio. Quando finisce per crederci». Che è un po’ la versione contemporanea della celebre frase, ormai cinquantennale, di Edoardo Bennato in “Un giorno credi”: « Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e cadente, raccontare a tutta la gente del tuo falso incidente».
Tutto questo per ricordare che il Napoli ha perso contro il Manchester City. Principio di realtà: ha perso 2-0. Ha perso nettamente. Sì la partita è cambiata con l’espulsione di Di Lorenzo, diciamo è diventata a senso unico perché in parte lo era già: il Napoli difendeva in cinque se non addirittura in sei, com’era anche ovvio che fosse.
Ha perso 2-0. È rimasto in dieci uomini dopo venti minuti ma l’espulsione c’era. Non è stato un errore arbitrale. Come invece fu quello che portò l’Inter di Mourinho a giocarsi in dieci (e a vincere nel senso di qualificarsi) la semifinale contro il Barcellona di Guardiola e Messi. E il migliore del Napoli è stato Milinkovic Savic il portiere. Oltre a Politano ma non per i suoi dribbling, bensì per la sua generosità compreso un salvataggio sulla linea. Siamo in piena retorica epica (che noi condividiamo anche, ma oltre l’epica c’è di più).
Il Napoli ha giocato, ha provato a giocare una di quelle partite che appassionano. Con un uomo in meno. Ma non si è mai avuta la sensazione che si potesse arrivare così fino alla fine.
È cruciale soffermarsi sull’espulsione. Le partite a questi livelli, come ripetuto fino alla noia, si decidono sugli episodi. Bisogna stare concentrati 96 minuti su 96. L’espulsione nasce da una seconda palla su rilancio lungo di Donnarumma. Foden è il più lesto, la allunga col contagiri a Haaland e Di Lorenzo va nel panico. Haaland se lo mangia come Mennea con Alan Wells nella preistoria. E gli rovina addosso. Non è un episodio. È la partita. È il calcio ad alto livello. Non comprenderlo significa rileggere i match col possesso palla e gli x-Goal.
Sennò restiamo aggrappati al “what if” per un colpo di testa di Beukema dopo un quarto d’ora
È importante perché se è giusto sottolineare la prova generosa del Napoli (anche noi lo abbiamo fatto) e il condizionamento dell’espulsione, troppo giustificazionismo rischia di essere dannoso. Quell’espulsione dopo venti minuti dice che il Napoli, questo Napoli, non è ancora pronto per simili palcoscenici. E per simili palcoscenici intendiamo il Manchester City. Non ora, non qui. Conte lo sa fin troppo bene. Ha parlato di momenti della partita, riferendosi al pressing sulla rimessa laterale che poi ha condotto al sontuoso gol di Haaland. Costacurta (bravissimo) da studio giustamente ha detto che sono errori che servono.
Il tecnico ha sempre parlato di percorso. E il Napoli lo sta seguendo. Ma la sconfitta di ieri sera è stata netta. Sennò restiamo aggrappati al “what if” per un colpo di testa di Beukema dopo un quarto d’ora. Anche il gol del City rientra nell’eccellenza, nel calcio ad alto livello. Due passaggi da urlo e vanno in porta. Prima Rodri per Foden che poi scucchiaia per Haaland che firma la palombella celeste. Foden nel post-partita ha detto che è un’azione che provano in allenamento. Capito? La provano in allenamento. A proposito di lavoro sulla perfezione. Anche qui torniamo a Velasco (andate a recuperare le parole di Myriam Sylla a proposito degli insegnamenti di Velasco sulla ricezione).
Il Napoli ha tanto da imparare e da incamerare dalla partita di ieri sera. L’errore più autolesionistico, in termini di percorso, sarebbe quello di cullarsi sull’espulsione. “Abbiamo perso. E abbiamo perso nettamente”. Andrebbe ripetuto come un mantra nello spogliatoio.