I meccanici di Formula 1 viaggiano in Economy e guadagnano 50mila euro l’anno, I piloti anche 50 milioni
Calum Nicholas, ex Red Bull, risponde su X alle accuse ai meccanici Mc Laren: Guadagnare 400mila sterline per lavorare tre secondi.

Red Bull Racing's Dutch driver Max Verstappen competes ahead of Ferrari's Spanish driver Carlos Sainz Jr. and Ferrari's Monegasque driver Charles Leclerc during the Formula One Austrian Grand Prix at the Red Bull race track in Spielberg, Austria on July 2, 2023. Joe Klamar / AFP
Il mondo della Formula 1 è spesso associato a lusso e ingenti somme di denaro. In questo contesto, una recente controversia al Gran Premio d’Italia ha acceso i riflettori sulle condizioni di lavoro dei team ai box. Un ex membro di Red Bull Racing, Calum Nicholas, ha rotto il silenzio per raccontare senza filtri la realtà economica del personale tecnico. «Lo stipendio medio di un tecnico di F1 si aggira intorno alle 60.000 sterline (69.000 euro)», ha dichiarato Nicholas sul suo profilo X (ex Twitter). Per anni ha lavorato fianco a fianco con il pluri-campione Max Verstappen. Ne para il portale Infobae.com
I meccanici guadagnano 50.000 euro l’anno per 70 ore lavorative a settimana
La polemica è esplosa dopo la gara di Monza, dove un pit stop della McLaren ha cambiato il risultato finale del podio. Lando Norris ha perso posizioni a causa di una sosta di 5,9 secondi, il doppio del normale. Sebbene abbia poi recuperato la posizione grazie a indicazioni interne della scuderia, le critiche sui social si sono concentrate subito sulle prestazioni dei meccanici. Davanti all’accusa che il personale «lavora appena tre secondi per 350.000 sterline (404.000 euro) l’anno», Nicholas ha replicato: «Commenti assurdi come questo. È vergognoso». L’ex uomo Red Bull non solo ha smentito i rumors sugli alti stipendi, ma ha anche raccontato l’intensità del lavoro all’interno del paddock. «La settimana lavorativa media è di circa 70 ore. La maggior parte vola in economy e nessuno prende un extra per stare ai box», ha spiegato nel suo post. Ha inoltre ricordato che nel suo primo anno in Formula1 guadagnava circa 42.000 sterline (48.000 euro). Una cifra che stride con i guadagni dei piloti più pagati del circus, che superano i 34 milioni di dollari annui. La disparità salariale non è solo evidente, ma riflette anche la gerarchia interna della Formula1. Secondo fonti come The Sun e Mirror, alcune stelle del mondiale, tra cui Max Verstappen, possono arrivare a incassare fino a 50 milioni di dollari a stagione, senza contare bonus e sponsor. I tecnici e i meccanici, invece, raramente superano i 75.000 dollari, anche dopo diversi anni di esperienza nel circuito.
I tagli della Fia sulla Formula 1
Nicholas ha poi sottolineato che il sistema di budget cap imposto dalla Fia limita le possibilità di aumentare gli stipendi al personale tecnico. «Il costo del limite di spesa è un capitolo del mio libro che considero tra i più importanti. Ma sia chiaro: anche senza di esso, i meccanici non guadagnerebbero mai 350.000 sterline l’anno», ha precisato l’ex Red Bull. Va ricordato che lo scorso febbraio Nicholas aveva annunciato il suo addio al team tramite Instagram: «È arrivato il momento di appendere la tuta al chiodo. 15 anni di carriera come meccanico, 13 stagioni in Formula 1, 233 Gran Premi, 4 titoli mondiali piloti, 2 titoli mondiali costruttori e 7 premi consecutivi per i migliori pit stop… Una carriera di cui vado incredibilmente fiero guardando indietro».
Calum Nicholas ha 450mila follower su Instagram
Calum Nicholas è ormai una vera celebrità: conta oltre 450.000 follower su Instagram e di recente ha pubblicato un libro intitolato Life in the pitlane. Lo scorso febbraio The Guardian gli ha dedicato un’intervista come «senior power unit assembly technician in Red Bull Racing», in cui ha confidato: «Il 2021 è stato l’anno più difficile della mia carriera e la mia salute mentale ne ha risentito. Anche dopo, ho avuto settimane complicate: persino l’anno scorso in Brasile ho vissuto un sabato davvero duro, che coincideva con il sesto compleanno di mia figlia. Ricordo che dopo averle parlato al telefono, prima di andare in circuito, ho guardato la mia valigia e ho quasi deciso di prendere un volo per tornare a casa. Ti senti stremato, soprattutto con tre gare consecutive a fine stagione — Texas, Messico e Brasile — e ti chiedi se stai facendo la cosa giusta. Tua figlia ti chiama e ti dice: “Papà, torna a casa per favore”. È davvero difficile».
Il pit stop fallito di Norris è stato attribuito a un problema con la filettatura di un dado, e non a un errore umano deliberato. «Abbiamo imparato molto nella prima parte della gara e anche verso la fine», ha dichiarato Oscar Piastri, protagonista involontario dello scambio di posizioni, al termine della corsa.