Bobby Solo: «Mia mamma mi voleva parroco, a 80 anni suono ancora rock’n’roll e blues»
«Non ero certo che papà e mamma l’avessero fatto nel 1945, quando sono nato, così qualche anno fa, mi sono battezzato, ho rifatto anche la prima comunione e la cresima»

Libero ha intervistato oggi Bobby Solo la leggenda del rock che a 80 anni continua a girare tutta l’Italia in concerto
Little Tony, un fratello di rock?
«Di sangue. A Sanremo ero arrivato, in quel 1964, con 10.000 lire in tasca che mi aveva dato mamma e Tony mi vide in un angolo un po’ affamato, si presentò e per tutta la settimana mi ha pagato ristoranti di lusso. Era un signore e mi contagiò con l’amore per le auto di lusso. Sa, ho speso una fortuna in Jaguar, Porsche e Buick».
Senza la musica, la chitarra e il rock cosa avrebbe fatto Roberto Satti?
«Guardi, papà mi disse: o diventi un ingegnere o un medico. E mamma: no, dovresti fare il parroco. A 80 anni sono ancora qui che suono e canto rock’n’roll e blues. Ma ho trovato il tempo anche di farmi ribattezzare».
Prego?
«Sì, non ero certo che papà e mamma l’avessero fatto nel 1945, quando sono nato. Così, qualche anno fa, mi sono battezzato e per essere sicuro, ho rifatto anche la prima comunione e la cresima».
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Il suo Dio (musicale) resta Elvis?
«Amo cantare le canzoni con la sua timbrica ma sto esplorando anche la grande musica blues e autori come Pete Seeger, John Lee Hooker, Tony Joe White. Ai giovani non dicono molto ma sono storia. Una grande cantante di gospel di quegli anni, Sister Rosetta Thorpe, mi ha inoculato la passione per il gospel, sa io sono molto credente».
Vero che ,alcuni mesi fa, stava per morire sul palco?
«Eravamo a Pordenone, stavo tenendo il mio solito concerto di due ore quando sono svenuto, crollato a terra. Mio figlio di 12 anni ha detto. Papà è morto!».
Cosa era accaduto?
«Avevo preso una quantità enorme di antibiotici, non avevo mangiato per 36 ore e ho perso i sensi. Non ho visto più nulla. Pensavo sinceramente di essere passato all’altromondo».