Bernardeschi: «Mi mettevo la gonna e dicevano che ero gay. E allora, quale sarebbe il problema?»
Ospite del podcast Bsmt di Gianluca Gazzoli. «Bisogna che la gente capisca che ognuno deve esser libero di fare quel che vuole. E anche domandarsi: davvero è così importante l’opinione degli altri?»

TORONTO, ONTARIO - SEPTEMBER 10: Federico Bernardeschi attends the "Next Goal Wins" Premiere during the 2023 Toronto International Film Festival at Princess of Wales Theatre on September 10, 2023 in Toronto, Ontario. Leon Bennett/Getty Images/AFP (Photo by Leon Bennett / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)
Bernardeschi: «Mi mettevo la gonna e dicevano che ero gay. E allora, quale sarebbe il problema?»
Bernardeschi ospite del podcast Bsmt di Gianluca Gazzoli, intervista ripresa da Luca Bortolotti per Repubblica Bologna.
«Mi mettevo la gonna e dicevano che ero gay. Ma anche lo fossi secondo te non lo direi, che problema ci sarebbe? Anzi, ne andrei fiero, e chapeau a chi fatto coming out». Si parla di calcio, ma anche di tanto altro nelle due ore di chiacchierata di Federico Bernardeschi ospite del podcast Bsmt di Gianluca Gazzoli, dove il fantasista rossoblù si apre. Il pallone, la scelta di venire a Bologna «anche per il Mondiale», ma pure il passato, le ferite chiuse e quelle aperte lasciate da un mondo del pallone che sa essere anche crudele, soprattutto per giudizi e pregiudizi.
Bernardeschi e quelle parole velenose
Bernardeschi va indietro ai tempi della Fiorentina e quelle parole velenose su cui «ora rido, ma allora avevo vent’anni e mi hanno fatto soffrire. Andavo in spogliatoio con la gonna, e me ne hanno dette e scritte di ogni, anche sui giornali. Ma se mi piaceva la gonna la mettevo, non vedo quale sia il problema». Vicende vissute sulla propria pelle che Bernardeschi trasforma in messaggio, «bisogna che la gente capisca che ognuno deve esser libero di fare quel che vuole. E anche domandarsi: davvero è così importante l’opinione degli altri? Se io faccio soffrire la mia famiglia allora è un problema, ma quel che mi dice la gente non deve mai esserlo». Parole importanti e riflessioni che hanno lasciato un segno, con tanti messaggi di stima e solidarietà arrivati al calciatore via rossoblù via social.
Poi la gioventù, gli sforzi dei genitori per fargli seguire il suo sogno e i suoi «veri eroi, i genitori che fanno lo stesso percorso dei miei ma i cui figli non arrivano al successo, perché realizzare i sogni non è garantito».
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