Troppa violenza, biglietti nominativi anche nel basket. I tifosi insorgono: nel calcio non è servito

Niente più biglietti acquistati all'ultimo momento, ma il giorno prima. I tifosi protestano: non siamo stati coinvolti. Lo scorso anno tanti gli scontri

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Mondiali di Basket 2023 / Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Nicolo Melli ONLY ITALY

A partire dalla stagione 2025-2026, il mondo del basket italiano si allinea al calcio: i biglietti nominali diventano obbligatori per tutte le partite di Serie A, A2 e B Nazionale. La decisione, presa dall’Osservatorio per le Manifestazioni Sportive del Ministero degli Interni, mira a contrastare gli episodi di violenza e garantire maggiore sicurezza nei palazzetti. La misura, che ha già scatenato la protesta delle tifoserie, impone ad ogni spettatore di associare le proprie generalità al biglietto, creando non pochi grattacapi, soprattutto per chi segue la squadra in trasferta. Lo scrive pianetabasket.

Cosa cambia per gli appassionati di basket

L’introduzione dei biglietti nominali richiede agli spettatori di fornire i propri dati anagrafici al momento dell’acquisto. Mentre gli abbonamenti non subiscono variazioni, essendo già nominali, le maggiori difficoltà si presenteranno per i tifosi in trasferta.

Per loro, l’acquisto del biglietto dovrà avvenire entro le 19 del giorno precedente la partita. Questo vincolo temporale serve a permettere alle forze dell’ordine di incrociare i dati con il database dei Daspo, impedendo l’accesso a chi ha divieti. Al momento, l’obbligo di tessera del tifoso e l’uso di tornelli non sono ancora previsti a causa delle carenze strutturali di molti impianti.

La protesta delle tifoserie: “Non ha funzionato nel calcio, figuriamoci nel basket”

La reazione dei tifosi è stata immediata e compatta. Numerose curve, tra cui quelle di Brescia, Virtus Bologna, Milano, Napoli, Venezia e molte altre, hanno firmato un comunicato di protesta.

Il principale motivo di dissenso è il metodo: la decisione è stata presa senza consultare società o tifoserie, le parti più direttamente coinvolte. I tifosi sostengono che misure simili nel calcio non abbiano risolto il problema della violenza, ma abbiano solo introdotto restrizioni e sanzioni per infrazioni minori.

Viene sollevato anche il tema della privacy, con incertezze sulla gestione dei dati personali raccolti. Le tifoserie sottolineano che, a differenza del calcio, gli episodi di violenza nel basket sono rari, rendendo queste nuove regole “liberticide” e ingiustificate. La richiesta alle Leghe e alle società è di non applicare queste disposizioni, difendendo la libertà di circolare e acquistare i biglietti senza restrizioni.

Gli episodi di violenza dietro la decisione

Nonostante le proteste, la scelta del Ministero degli Interni arriva dopo una stagione segnata da diversi episodi di violenza:

  • Rimini: Scontri durante i playoff di Serie A2 contro Forlì, che hanno portato a Daspo e partite a porte chiuse.
  • Trieste: Tafferugli fuori dal palasport dopo la partita con Varese, con quattro feriti.
  • Livorno: Tifoserie che si sono affrontate con spranghe e bastoni prima della Supercoppa.
  • Rieti: La Digos ha emesso 20 Daspo a seguito di tafferugli in occasione di una partita.

A ciò si aggiunge il Daspo confermato al presidente del Trapani Shark, Valerio Antonini, e il divieto di trasferta per i tifosi del Napoli, segnali che le autorità sono determinate a inasprire i controlli e le misure di prevenzione.

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