Le donne in Coppa America? Si è deciso così ma se sarà un contentino, senza meritocrazia, non servirà a niente

Ben Ainslie, il team principal di Athena Racing, intervistato dal Times sulle nuove regole dell'America's Cup. New Zealand era contraria alla donna a bordo

Peter Burling

The Great Sound, Bermuda, 26th June 2017. Emirates Team New Zealand Helmsman Peter Burling and skipper Glenn Ashby hold aloft the America's Cup. Vela Coppa America 2017 Foto Chris Cameron / Panoramic / Insidefoto

Arrivano gli influencer e gli ospiti vip in Coppa America. Una esperienza già fatta in passato ma, nell’ottica di rendere sempre più appetibile a sponsor e mediaticità la Coppa, Team New Zealand e il challenger Ben Ainslie (l’unico velista ad aver vinto medaglie in cinque edizioni consecutive dei Giochi olimpici) hanno raggiunto un accordo anche su questo argomento. Ben Ainslie, il team principal di Athena Racing, che allestirà la sfida britannica contro la Nuova Zelanda a Napoli nel 2027, ritiene che questa mossa contribuirà ad attirare più interesse da parte degli appassionati di sport. Ne parla al Times

Coppa America, come se un ospite sedesse accanto ad Hamilton in Formula1

«Ricordo che avevamo Michael Schumacher ed eravamo nel Team New Zealand. Era entusiasta dell’esperienza. Non riesco a pensare a nessun altro sport di alto livello in cui si abbia l’opportunità di salire a bordo. Di vedere gli atleti lavorare insieme, comunicare. Pensate a un ospite seduto accanto a Lewis Hamilton alla guida di una Ferrari di Formula 1».

«Su queste barche di Coppa America abbiamo l’opportunità di farlo. L’aerodinamica della barca fa sì che gli ospiti siano al sicuro e fuori pericolo. Quindi lo vedo come un vero e proprio punto a favore e una specie di svolta in termini di capacità di evidenziare davvero ciò che sta succedendo nello sport e quanto sia speciale. Queste barche vanno a 50, 60 miglia all’ora. È una cosa davvero speciale che si può fare. Non riesco a pensare a nessun altro sport ai massimi livelli in cui si possa avere l’opportunità di essere a bordo per vedere questi atleti lavorare insieme e comunicare».

Arrivano le donne

Anche la posizione garantita per una velista donna in coppa America è un punto controverso, con la Nuova Zelanda inizialmente contraria all’idea. Tuttavia, con Gran Bretagna, Italia, Francia, Svizzera e Stati Uniti tutti a favore, è stata adottata, insieme al requisito che la maggioranza dei velisti su ogni barca provenga dal paese partecipante.

«La nazionalità e la rappresentanza di atleti donne sono stati due dei punti di discussione più accesi tra i team. Alla fine, il gruppo ha dato un chiaro mandato che era la direzione che volevamo prendere. Si tratta di dare opportunità, ma anche, penso, se parli con le migliori veliste del mondo, come Hannah Mills, che conosco molto, molto bene e con cui ho un ottimo rapporto, vogliono avere l’opportunità di mettersi alla prova, ma deve essere  meritocratico. Non vogliono un “contentino”. E questo è il percorso che stiamo cercando di creare qui»

Correlate