La mamma di Marco Belinelli la più “osannata” al palaBarbuto

Un ricordo napoletano nel giorno del ritiro. Quella interminabile serie scudetto punto più alto del basket napoletano nei playoff scudetto della stagione 2005/2006.

Belinelli

Db Trento 29/07/2017 - Trentino Basket Cup / Italia-Bielorussia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Marco Belinelli

Marco Belinelli e la mamma. Un binomio inscindibile per i napoletani del basket. Tanto che qualche anno dopo le sue performance, la guardia di San Giovanni in Persiceto, unico italiano ad aver vinto un anello Nba, disse: “Certo che sentivo quegli insulti ma mi caricavano e poi se ne sentono anche di peggio nei palazzetti italiani”. Su Sky il suo curriculum

Il ritiro del campione

Marco Belinelli ha appeso le scarpette al chiodo a 39 anni dopo aver vinto praticamente tutto nella vita, anche il titolo più ambito. Eppure per i napoletani la figura di Marco Belinelli è legata alla stagione 2005/2026, Carpisa Napoli-Climamio Bologna, una sfida lunga una stagione, e tanti saluti alla “mamma di Belinelli” più omaggio al campione che derisione dello stesso.

La tripla di Greer

È incorniciata a caratteri cubitali sul parquet del palaBarbuto la data del 22/10/2005. Anche se non era una partita che valeva lo scudetto o un turno di playoff, si è rivelata memorabile e rimane ancora oggi una delle gare più ricordate del nostro basket. A decidere l’incontro fu un fenomeno: Lynn Greer. La sua classe e il suo talento incantano il pubblico napoletano e gli appassionati del basket italiano. Siamo 85-87 a 1″8 decimi dalla sirena del primo overtime. Bologna, sotto di 20 nell’arco del match sta per fare il colpo. Cittadini in lunetta ne segna due: 87-87. Dalla linea di fondo una sciagurata rimessa di Bagaric che Lynn Greer ruba, due passi e dall’arco la mette dentro: 90-87 una vittoria storica per il basket napoletano con il PalaBarbuto che se ne cade. La squadra allenata da Piero Bucchi può contare su elementi come Ansu Sesay, Lynn Greer, Mason Rocca, Michel Morandais, Cttadini e Stefansson. La Fortitudo arriva ai blocchi di partenza da campione d’Italia. In panchina Jasmin Repesa, nel roster, oltre a Belinelli, ci sono Rombaldoni, Mancinelli, Becirovic, Diawara, Garris, Bagaric, Nate Green, Travis Watson, Ress e Lorbek. Alla fine della regular season la Effe è prima in classifica con 54 punti e Napoli è chiamata al match impossibile: semifinale contro Belinelli e la Climamio.

La semifinale playoff

La Fortitudo porta a casa gara 1 con il punteggio di 91-89, con Belinelli che ne mette 20 in 34’. Napoli pareggia la serie nella gara casalinga 89-78, poi Bologna schianta i partenopei in gara 3 con il punteggio di 83-58, in una gara in cui il referto di Belinelli dice ancora “ventello”: sono 23 in 29’ questa volta. Il leitmotiv della serie è sempre lo stesso: la Fortitudo domina al Paladozza, poi a Napoli soffre e perde entrambe le gare in trasferta. In gara 4, infatti, sono ancora gli uomini di Bucchi ad avere la meglio con il duo Greer-Morandais che ne mette 42. Proprio il francese che domina nelle due gare perse dalla Fortitudo, improvvisa un improbabile balletto a centrocampo per festeggiare la vittoria. Belinelli a fine partita e lì a guardarlo, sta ripensando alla sua partita, alle sue pessime percentuali al tiro, a quell’ 1/8 dal campo di certo non da lui. Lo guarda con aria di sfida e gli dà appuntamento a gara 5: “Domenica balli meno”. 11 Giugno del 2006, al Paladozza si gioca gara 5 delle semifinali scudetto. Belinelli piazza una tripla dal parcheggio del PalaDozza che la dice tutta. Urla contro Morandais “Dance now” per due volte. Una prestazione mostruosa. Alla fine saranno 34 in 30’ con una schiacciata in 360. Una prestazione da applausi per un campione la cui mamma è stata tra le più osannate nella storia del basket.

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