In Arabia non vanno solo i pensionandi: sempre più giovani della Ligue1 scelgono il campionato saudita (L’Équipe)
In Francia fanno notizia due giovani talenti francesi (Zézé e Bouabré) che hanno optato per la Saudi League considerata una tappa per rilanciarsi a livello internazionale

Al Hilal's Senegalese defender #03 Kalidou Koulibaly celebrates scoring his team's third goal during the FIFA Club World Cup 2025 round of 16 football match between England's Manchester City and Saudi's Al-Hilal at the Camping World stadium in Orlando on June 30, 2025. (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)
Negli ultimi giorni, due giovani talenti francesi, Nathan Zézé e Saïmon Bouabré, hanno scelto di trasferirsi al Neom Sc, club saudita appena salito in prima divisione. Una scelta che sorprende sempre meno: l’Arabia Saudita attira ormai anche i giovani promettenti, non solo le star a fine carriera. Visibilità, soldi e nuove ambizioni stanno cambiando la geografia del calcio mondiale.
Per dei giovani promettenti, una destinazione che fino a due anni fa sarebbe sembrata inconcepibile. Ma lo è ancora davvero? A sentire alcuni addetti ai lavori, la domanda non è più “perché una scelta del genere”, ma “quanti talenti appena sbocciati perderà il nostro campionato nei prossimi anni”.
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Giovani in fuga: solo soldi dietro la corsa verso l’Arabia Saudita?
Come riportato da L’Équipe, l’Arabia Saudita è ormai una meta ambita anche dai giovani:
“L’esempio di Nathan Zézé è lampante. Al Nantes guadagnava meno di 50.000 euro lordi al mese. Gli era stata offerta una cifra di 150.000 euro lordi dal Villarreal. Al Neom, guadagnerà quattro volte tanto… Con 4 milioni di euro netti l’anno, il difensore con 32 presenze in Ligue 1 si sarebbe piazzato al 10º posto tra i giocatori più pagati del nostro campionato. Vedere il campionato saudita come un torneo dalle risorse illimitate non è quindi un’esagerazione.
Per spiegare queste scelte di inizio carriera lontano dalle competizioni europee, alcuni tirano in ballo solo un argomento: la sete di guadagno, innegabile, anche per gli intermediari. Ma se l’Arabia Saudita sta attirando giovani in ascesa, è anche perché negli ultimi anni si sono aperte nuove strade. «Ci sono due cose che sono cambiate», sostiene un procuratore influente. «Il livello del campionato è cresciuto molto dopo il mercato estivo del 2023. E poi ci sono stati i ritorni in Europa di Jordan Henderson e del giovane spagnolo Gabri Veiga. Prima si pensava che andare lì fosse un punto di non ritorno. Loro hanno dimostrato che il contrario è possibile, e in top club». Henderson è tornato all’Ajax, Veiga al Porto.”
La garanzia di accumulare minuti
Per L’Équipe, l’Arabia Saudita può essere un trampolino, non un freno: “Questo passaggio in Arabia Saudita non dovrebbe essere un ostacolo alla loro crescita, in un’età in cui serve accumulare minuti in campo. Al Neom, Bouabré avrà quasi la certezza di giocare, cosa che non era garantita al Monaco, dove la concorrenza era ben diversa. Si può discutere della qualità degli avversari, soprattutto contro le squadre di bassa classifica. Ma la corsa agli acquisti dei grandi club sauditi è proseguita anche quest’estate: sono arrivati giocatori nel pieno della carriera che troverebbero facilmente posto in Ligue 1, come Theo Hernandez, Mateo Retegui o Joao Felix. Un dato che può persino far percepire la Saudi Pro League come un trampolino, come spiega un procuratore.“
In Arabia, i cartellini restano accessibili: un vantaggio anche per i top club europei. “I mezzi economici sproporzionati di questi club fanno sì che non abbiano bisogno di alzare il prezzo di rivendita. «Un giovane di 21 anni che passa uno o due anni in Arabia Saudita non perde il suo calcio», afferma, «e costerà meno in termini di cartellino a un grande club che volesse acquistarlo, rispetto a se fosse rimasto in Francia. Quindi sarà più facile che arrivi in un top club».”