Quella volta che Hakkinen si strinse lo scroto davanti a Senna per fargli capire che aveva le palle

Lo raccontano lo stesso Hakkinen e Coulthard al Telegraph, con altri aneddoti: "Schumacher era un duro, ma era coerente"

Senna

Brazilian McLaren driver Ayrton Senna adjusts his protective headgear before the second qualifying practice session 25 September 1993 at the Estoril track, one day before the Portuguese Formula One Grand Prix. (Photo by Pascal PAVANI / AFP)

Quella volta che Hakkinen strinse lo scroto a Senna per fargli capire che aveva le palle

David Coulthard e Mika Hakkinen. Il “gregario” e il campione (1998 e 1999) della McLaren. Nel 1998 conquistarono in due nove vittorie, 12 pole position, 20 podi e cinque doppiette. Qualche sportellata in pista e un po’ di aneddoti da raccontare, al Telegraph.

“Mi ha fatto uscire di scena a Estoril nel 1996, anche se continua a negarlo! L’ho fatto uscire di scena in Austria nel 1999, e devo ammetterlo”, scherza Coulthard. Quella collisione allo Spielberg aiutò la Ferrari di Eddie Irvine – principale rivale di Hakkinen in quella stagione – a conquistare la vittoria dopo che la McLaren era partita in prima fila.

Era l’epoca di Michael Schumacher. “Sebbene Hakkinen e Schumacher non si siano mai scontrati in F1, si sono avvicinati moltissimo ad alta velocità al Gran Premio del Belgio del 2000, quando Schumacher costrinse il finlandese a finire sull’erba a 330 km/h. Quel quasi incidente avvenne poco prima che Hakkinen eseguisse la sua mossa più famosa, usando il doppiato della Bar di Ricardo Zonta come cuscinetto per sorpassare Schumacher alla fine del rettilineo del Kemmel”, ricorda il Telegraph.

Hakkinen ammette che lo stile di Schumacher era “a volte un po’ troppo”. “Non era il mio stile di guida”, dice Hakkinen.

Anche Coulthard ha avuto un po’ di scontri con Schumacher. Al Gran Premio di Francia del 2000 gli fece un gesto di disprezzo dopo una tipica manovra energica del tedesco. L’episodio memorabile, tuttavia, fu quando Schumacher si lanciò nella corsia box durante un Gran Premio del Belgio del 1998 costellato di incidenti, accusando Coulthard di aver cercato di ucciderlo dopo aver tamponato la parte posteriore della sua McLaren mentre era in testa alla gara sotto una pioggia torrenziale. “Con Michael sapevi che non potevi semplicemente intrometterti e sperare nel meglio, dovevi stargli accanto fino in fondo, altrimenti ti avrebbe tagliato il naso. È molto difficile arrabbiarsi con un comportamento coerente. Quelli che ti salutano un giorno e poi ti ignorano il giorno dopo, sono dei tipi difficili e fastidiosi, perché non sai con chi hai a che fare. Michael era duro sempre, lui e Senna sono due grandi campioni che rientrano in quella categoria, ma venerati, rispettati, anche se a volte la loro valutazione iniziale dell’evento poteva essere offuscata dalla loro passione e dalla loro rabbia”.

Senna, appunto. Un altro pilota che Hakkinen e Coulthard hanno incontrato da vicino. Hakkinen è stato compagno di squadra di Senna alla McLaren per le ultime tre gare del 1993. Coulthard è stato collaudatore della Williams all’inizio del 1994, la stagione in cui il brasiliano morì al Gran Premio di San Marino.

Coulthard ricorda lo stupore di Senna quando Hakkinen lo superò in qualifica all’Estoril al debutto con la McLaren. Quando Ayrton gli chiese spiegazioni Mika si strinse lo scroto per fargli capire che aveva le palle grosse… Non credo che Ayrton ci abbia visto il lato divertente, cercava una risposta più intellettuale alla domanda”.

Ayrton era ovviamente molto egoista. Ma al di fuori delle corse, era assolutamente fantastico: un gran carattere, un tipo molto divertente, ma quando si trattava di correre in pista il suo atteggiamento cambiava completamente. Io ero un nemico per lui e una trappola per la sua carriera. Ha fatto di tutto, qualsiasi cosa, per farmi fuori”, ricorda Hakkinen.

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