La Francia celebra i 25 anni del golden gol di Trezeguet. Iuliano: «Non ho voluto vedere quel gol per anni»
Gli Europei del Duemila vinti in finale contro l'Italia: «I tiri al volo erano un'idea fissa per me, non ci pensai due volte. La più grande delusione? La Champions persa contro il Milan»

2000 archivio Storico Image Sport / Francia / David Trezeguet / foto Imago/Image Sport
Quest’oggi, 2 luglio, cade il 25esimo anniversario del trionfo della Francia agli Europei del 2000 (in Olanda e Belgio). Vittoria ottenuta in finale contro l’Italia ai tempi supplementari (2-1) grazie al golden gol di David Trezeguet, dopo che Wiltord al 92esimo, all’ultima azione, aveva pareggiato la rete di Delvecchio (55′). Proprio l’ex attaccante della Juventus è intervenuto ai microfoni de L’Equipe per ricordare quei momenti e per affrontare altri temi legati alla sua carriera.
Trezeguet e il trionfo francese a Euro 2000
«Quel tiro fu esemplare», esordisce Trezeguet riferendosi al gol che valse la vittoria ai transalpini. «I tiri al volo erano un’idea fissa per me, con il sinistro o con il destro. Credo che sia questa la bellezza di un attaccante, colpire subito, senza pensarci… I tiri al volo sono stati un po’ la mia vita nel calcio».
Trezeguet definisce poi il golden gol contro gli azzurri come la sua rete più importante con la nazionale francese. E riavvolge il nastro di quella partita analizzando: «Il pareggio era la cosa più importante in quel momento, perché l’Italia era una squadra abituata a difendere, sempre ben posizionata. Da lì, è iniziata una nuova partita… C’erano sempre tre, quattro, cinque giocatori in attacco, eravamo determinati ad attaccare perché gli italiani avevano accusato il colpo, li sentivamo stanchi. Avevamo la fiducia per andare fino in fondo, e in più, secondo me, c’era la convinzione di aver vinto nel 1998, di essere campioni del mondo, avevamo ancora più voglia sapendo di essere una squadra forte».
Anche se non tutti lo sanno, dopo aver appeso le scarpette al chiodo l’ex attaccante è rimasto nel mondo del calcio. «Viaggio sempre con la Fifa, di cui sono ambasciatore, spesso per giocare partite di beneficenza», racconta.
Trezeguet non ha dubbi in merito ai ricordi più dolorosi di quando giocava: la sconfitta in finale ai Mondiali in Germania contro la stessa Italia e quella in finale di Champions contro il Milan. «Resta la più grande frustrazione il 2006. Abbiamo perso 5-3 ai rigori, sono stato io che… Ma ero già stato campione del mondo nel 1998. La Champions League è invece il rimpianto più grande… Juve-Milan, abbiamo perso la finale quando eravamo più forti di loro perché avevamo vinto il campionato. Nella tua testa, ti dici che ti rifarai l’anno prossimo, ma in realtà è finita, hai avuto solo una possibilità, non due. Ci penso sempre», ha spiegato l’ex bomber.
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Tornando a Euro 2000, Trezeguet commenta così il suo gol: «Innanzitutto, ci fu una bellissima giocata di Robert (Pires, ndr). Lo vidi contro quattro italiani, posizionato sulla sua fascia. Accelerò, alzò la testa per passarmi la palla, così feci un passo indietro per trovare più spazio, un’azione naturale per me, mentre i difensori andavano verso la porta. Robert, sapevo che era un dribblatore, giocava col destro, sempre. Il sinistro, lo usava molto meno. In quel momento mi misi a sua disposizione. Ci sono giocatori che la controllano, ma io ero dell’idea che dovessi tirare al volo. Avevo il corpo ben posizionato ed ha funzionato…».
Iuliano: «La Francia vinse pareggiando…»
Un golazo che ricordiamo ancora benissimo in Italia… Sicuramente lo ricorda uno dei protagonisti della spedizione azzurra, ovvero Mark Iuliano. Anche l’ex difensore ne ha parlato a L’Equipe in un documentario.
«Non ho voluto vedere quel gol per anni. Sono momenti difficili da dimenticare. Ma sono passati così tanti anni. Perché cancellare quel momento dalla mia memoria? Dimenticare sarebbe un fallimento. Dalle sconfitte si impara e si diventa migliori», sottolinea.
«Gli ultimi minuti erano trascorsi tranquilli, senza occasioni da parte loro. Ma il calcio ci insegna che a volte si può subire un gol anche quando meno te lo aspetti. Mi sono girato e ho visto i miei compagni… Ricordo una stanchezza indescrivibile. Mentalmente, avevamo ancora la volontà, ma il corpo non reggeva. La Francia non ha vinto grazie al golden gol di Trezeguet, ha vinto pareggiando», aggiunge.
Lo stesso Iuliano ammette che la giocata dell’ex compagno di squadra alla Juventus fu semplicemente geniale: «Pirès fece un cross tutt’altro che straordinario, la palla finì tra le gambe di Nesta. Io feci per proteggere il primo palo e tenendo d’occhio l’attaccante. Ma un attaccante intelligente come David, fece un passo indietro e sfuggì alla marcatura… In area di rigore, era un killer. Per un difensore, un incubo».