Iapichino: «Per ispirare le nuove generazioni serve personalità e carisma, non bastano i risultati»

Alla Gazzetta: «Sto imparando ad adattarmi alle circostanze, a trovare soluzioni in corsa. L’atletica prima era un gioco o poco più, ora è anche un lavoro».

Larissa Iapichino

Firenze 02/06/2023 - Diamond League Golden Gala 2023 / foto Image Sport nella foto: Larissa Iapichino

Larissa Iapichino non è riuscita a trionfare nel salto in lungo alla Diamond League di Londra per un centimetro, ma ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei simboli della nuova generazione dell’atletica italiana. La sua intervista alla Gazzetta dello Sport.

Iapichino: «Per ispirare le nuove generazioni serve personalità e carisma, non bastano i risultati»

Jacobs e Tamberi sono alla finestra, Furlani pecca di un po’ di continuità, Diaz è reduce da un periodo di stop, Stano e Palmisano, loro malgrado, godono di visibilità relativa: si sente il faro dell’atletica azzurra?

«Sono tanti gli atleti italiani che oggi possono ambire al ruolo e ispirare le nuove generazioni. Ne cito, per esempio, giusto un paio: lo stesso Mattia Furlani e Leo Fabbri. Per farlo, peraltro, non basta inanellare serie di risultati prestigiosi. Servono i tratti giusti, personalità e carisma».

A Londra ha sfiorato il sesto successo in Diamond League, ma abbattuto in maggio il muro dei 7 metri, ha confermato di maneggiare certe misure con disinvoltura: la media di 6.95 nelle quattro gare all’aperto 2025 parla chiaro…

Iapichino: «Sto imparando ad adattarmi alle circostanze, a trovare soluzioni a competizione in corsa. Ad uscire da certi schemi e da certe convinzioni. A Londra è andata esattamente così. La pedana sopraelevata, simile a quella degli Europei di Roma dello scorso anno, alla quale non sono abituata, all’inizio mi ha messo un po’ in difficoltà. Rimbalzavo molto, faticavo a trovare i riferimenti. Poi, parlando col mio coach, ho trovato le necessarie soluzioni e mi sono sbloccata».

La Mihambo, dopo quattro turni, era praticamente senza misura e lei già vantava un 6.89: ha pensato di aver vinto?

Iapichino: «Mai quando c’è lei. Anzi, mai in generale. La gara finisce con l’ultimo tentativo dell’ultima atleta. E poi lei, come me, sfrutta buoni piedi e la velocità. Nella prima parte di gara ha pure lei patito una pedana alla quale noi europei, a differenza per esempio degli statunitensi, che le trovano spesso nelle prove indoor, non siamo abituati».

Poche ore dopo ha cessato di essere la campionessa europea under 23…

«È la chiusura di un cerchio, la fine di un’epoca in cui l’atletica era un gioco o poco più. Ora è anche un lavoro. Mi viene un po’ di malinconia a pensarci. Ma è anche un segno di quanto sia maturata. Intanto sono felice per i risultati degli azzurri in Norvegia: sono stati grandi».

Quando tornerà in gara?

«Il 3 agosto agli Assoluti di Caorle. Poi sarò in Diamond League a Chorzow il 16 e alle finali di Zurigo del 27-28. Poco dopo la partenza per i Mondiali di Tokyo».

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