Ceccon: «I 50 rana dai, ma che gara è? Pure i miei 50 delfino. Le gare sui 50 metri non valgono come le altre»

A La Stampa: «Non sono pronto a considerarli allo stesso livello delle altre distanze, è un altro nuoto. I 100 stile li ho abbandonati, se devo fare una gara per arrivare massimo terzo lascio perdere»

Ceccon

Italy's Thomas Ceccon reacts after winning the final of the men's 100m backstroke swimming event during the Paris 2024 Olympic Games at the Paris La Defense Arena in Nanterre, west of Paris, on July 29, 2024. (Photo by Jonathan NACKSTRAND / AFP)

Ceccon: «I 50 rana dai, ma che gara è? Pure i miei 50 delfino. Le gare sui 50 metri non valgono come le altre»

Thomas Ceccon è tornato. È uno degli alfieri della Nazionale di nuoto impegnata ai Mondiali di Singapore. Rilascia un’intervista a La Stampa, a firma Giulia Zonca, ovviamente parla dell’Australia dove si è trasferito per mesi (ma dice che vivrà in Italia) e del senso di appartenenza, di comunità. Ma parla anche delle gare, lui non riesce a considerare le gare sui cinquanta metri al livello delle altre.

Qualsiasi suo collega preferisce l’oro al record. Lei no.
«Essere l’unico essere umano che è riuscito in quell’impresa è esaltante. Ogni stagione vincono in tanti, il primato ti rende speciale».

Qui programma intensivo. Anche questo lontano dalle caratteristiche italiane.
«I 100 delfino li ho messi come jolly, l’idea è di lasciarli perdere e usarli solo se va male qualche cos’altro. Come recupero. Quindi 50, 100 e 200 dorso oltre ai 50 delfino, più staffette. E come al solito la scansione non aiuta: la finale dei 50 delfino è a neanche mezz’ora dalla semifinale dei 100 dorso. Sono già andato in apnea due anni fa e ho vinto, non so riesco a ripetermi. Ho chiesto almeno di invertire le prove, avere prima la finale e nessuno mi ha ascoltato. Eppure, per altri è stato fatto e si continua a fare».

Ceccon e i 50 metri che sono diventati olimpici

I 50 metri sono diventati olimpici in ogni specialità. Lei non sembra gradire.
Ceccon: «Non sono pronto a considerarli allo stesso livello delle altre distanze, è un altro nuoto. McEvoy, specialista australiano, fa cinque allenamenti a settimana e tre sedute in palestra. Da noi direbbero che non ti alleni, verresti massacrato».

Ci pensi: vince un oro olimpico in un qualsiasi 50. Che fa? Non lo calcola?
«Non lo calcolo allo stesso modo dell’oro che ho, no, sono fatto così. Sei medaglie in più, sono una inflazione. I 50 rana dai, ma che gara è? ».

Lo dica a Martinenghi.
Ceccon: «Vale pure per i 50 delfino che nuoto io».

I fascinosi 100 stile libero sono stati abbandonati?
«Serve un allenamento specifico. Ci sono per la staffetta. In giro toccano a due secondi meno di me e se devo fare una gara per arrivare al massimo terzo lascio perdere».

Il bronzo lo si butta?
«No mai, ma significherebbe togliere risorse a gare che posso vincere».

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