Secondo Gazzetta l’errore più grande (ma non l’unico) del Milan è stato non prendere Conte
La Rosea: "Conte un anno fa era più che disponibile ad accettare il Milan. Il Milan lo sapeva bene e ha scelto di passare oltre. Accidia allo stato puro"

Cm Torino 18/05/2024 - campionato di calcio serie A / Torino-Milan / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Zlatan Ibrahimovic
L’edizione online de La Gazzetta dello Sport dedica un lungo approfondimento all’annata deludente del Milan, indicando “sette vizi capitali” della stagione rossonera. Il primo – definito “accidia allo stato puro” – corrisponde alla scelta di non prendere Antonio Conte in panchina.
Il focus di Gazzetta sull’annata deludente del Milan
“L’accidia, tra i sette peccati capitali, è il più sottovalutato. Indica l’indolenza, la negligenza nel fare il bene da parte di chi potrebbe intervenire ma, per un motivo o per l’altro, si astiene”, esordisce la Rosea, introducendo il primo errore del Diavolo:
“Accidia allo stato puro. Antonio Conte un anno fa era più che disponibile ad accettare il Milan. Tra le squadre raggiungibili, per lui era la preferita. Il Milan lo sapeva bene – lo sapevano tutti – e ha scelto di passare oltre. I rumors del tempo dicevano che Moncada, una telefonata a Conte, l’avesse fatta. Da lì in avanti, nulla. Zlatan Ibrahimovic a giugno 2024 ha spiegato: «Nel Milan c’è un allenatore, non un manager. Non abbiamo discusso di Conte perché, con tutto il rispetto, in base ai nostri criteri non è quello che cercavamo». Il Milan voleva un allenatore con cui condividere le scelte, che non si lamentasse del mercato in conferenza stampa, e l’esito della stagione è stato curioso: Conte al Napoli non ha quasi mai alzato la voce, mentre Fonseca se n’è andato in sottile polemica e Conceiçao da settimane promette uno sfogo di fine stagione”.
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Nel prosieguo dell’articolo, Gazzetta sottolinea gli sforzi di Fonseca prima e Conceiçao poi nel cercare di trasmettere valori e mentalità alla squadra, provando contestualmente a correggere i comportamenti dei singoli calciatori. Sforzi vani, per via di abitudini definite dalla Rosea come “perdenti”.
Il terzo peccato capitale corrisponde invece alla mancanza di leadership all’interno del gruppo, mentre il quarto fa riferimento all’isolamento di Fonseca, prima preso e poi abbandonato dalla società nel momento più difficile. Società, quale società? Proprio l’assenza di dirigenti forti rientra nell’elenco dei peccati commessi dal club (secondo la nota testata), così come lo scarso equilibrio in campo e la mancata rivoluzione nel mese di gennaio. Insomma, Gazzetta ci va giù forte.