Samuele Inácio Pià, il figlio d’arte italiano che gioca da brasiliano
Al CdS: «I miei riferimenti sono Neymar e Ronaldinho». Con la "10" della Nazionale all'Europeo U17 ha già segnato 4 gol in 3 partite. Stasera sfida il Portogallo per un posto in finale

Screenshot da Youtube
Samuele Inácio Pià, figlio di Joao ex attaccante del Napoli, è uno dei componenti della Nazionale italiana U17 che stasera alle 20.30 sfiderà il Portogallo nella semifinale dell’Europeo di categoria. Anzi, forse sarebbe meglio parlare di lui come il “trascinatore” assoluto, visto che gioca con la maglia numero dieci ed ha già segnato 4 gol in 3 partite.
Un prospetto interessantissimo, dalla spiccata personalità e dalle ottime doti tecniche, prontamente accolto dal Borussia Dortmund. Alla vigilia del match, “Samu” ha rilasciato un’intervista a Il Corriere dello Sport durante la quale si è soffermato su svariati argomenti. Vi proponiamo di seguito le sue parole.
Samuele Inácio Pià tra Italia, Napoli e Borussia
L’Italia U17 è campione in carica. Una pressione in più?
«Direi più una motivazione. L’anno scorso i nostri compagni sono stati grandi, ora tocca a noi scrivere la storia».
La vera forza di questo gruppo?
«Accettare di fare tutti una corsa in più per l’altro».
Lei è partito dall’Under 15.
«La maglia azzurra è una seconda pelle. Ti abitua a giocare con i più forti e ti fa alzare sempre il livello del gioco».
Cosa le ha insegnato suo padre?
«L’umiltà. Dice sempre che il talento senza il lavoro non serve. Da lui ho imparato l’importanza di divertirsi giocando».
A Napoli è ancora un idolo.
«Napoli è la nostra seconda casa e in famiglia siamo tutti felicissimi per questo scudetto».
I suoi riferimenti?
«Neymar e Ronaldinho. Sono un italiano al quale piace giocare da brasiliano».
Perché il Borussia?
«Perché lì ogni giorno posso migliorare. Sto imparando anche il tedesco e lo stadio fa venire la pelle d’oca, spero un giorno di esordire».
Come si batte il Portogallo?
«Dominando il gioco, chiudendoli nella loro area».
Il suo rapporto con il tecnico Favo?
«Bellissimo. Per me è un maestro. Mi ha insegnato che l’io conta sempre meno del noi».