La paura di vincere è già una sconfitta. Nell’aria c’è questo, la paura di vincere
Ma non tutto è perduto. Abbiamo ancora un punto in più. Dipende tutto da noi. Dipende da noi. Ed è proprio quello che mi preoccupa.

Ni Napoli 11/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Philip Billing
FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 36° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25
Notte insonne stanotte.
Al mattino non c’è molta voglia di pensarci su.
Mi passa per la testa una cosa di Camus.
Che provo a svilire per l’occasione.
Perdere a volte è una sfortuna.
Ma la paura di vincere è già una sconfitta.
Nell’aria c’è questo.
La paura di vincere.
Due punti persi che pesano.
Pesa molto l’uscita di Charlie Brown.
Si sente la sua mancanza.
Perché non si sente più il tic tac del metronomo.
Se nel primo tempo chi ha toccato più palloni è l’Albatros, il segnale è evidente. La costruzione.
Due volte in vantaggio. Due volte riacciuffati.
Da una squadretta di ragazzini.
Eppure meritavamo di vincere.
Il primo pareggio subito per autentica sfiga.
Un rigore negato.
Due tiri degli avversari, due gol. Due punti persi.
Chissà poi che se ne fa il Genoa di questo pareggio.
Meritavamo di vincere.
Ma avevamo paura.
Lo dimostrano i cambi.
Il super Jack sostituito dallo spilungone imbambolato.
Ha sulla capoccia il gol vittoria, quello. Sprecato.
Come il Jolly. Sprecato.
Sliding doors. Un risultato che caricherà i bauscia.
Sono i più forti. Stravinceranno contro aquilotti e lariani.
Ma non tutto è perduto.
Abbiamo ancora un punto in più.
Dipende tutto da noi.
Dipende da noi.
Ed è proprio quello che mi preoccupa.
Giornata di grandi appuntamenti contemporanei.
Lo squillante Clasico da Barcellona.
Dall’Anfield il meglio del calcio inglese, dunque europeo, dunque mondiale.
Difficile scegliere.
Singing in the rain, l’Inter vince in scioltezza nel diluvio di Torino.
Protagonisti fra le pozzanghere Asliani e Zelewski, rubano il ruolo a Gene Kelly e Debbie Reynolds.
Partita mai in bilico.
Anche perché in effetti finisce dopo mezz’ora.
Poi ci penserà la pioggia – che vien giù a secchiate – a smorzare ogni ardore.
Pareggio nello spareggio Champions all’Olimpico fra Aquilotti e Vecchia.
La notizia è il tradimento della classe arbitrale ai danni dei bianconeri.
Rosso nientedimeno a un ergastolano.
La Juve in vantaggio costretta in dieci per mezz’ora.
Una cosa così non si vedeva da un po’.
E così allo scadere, Vecino conquista il pari che tiene ancora i bianco-celesti in corsa per l’emozionante mini-torneo a quattro.
Una motivazione in più per domenica a San Siro contro i nerazzurri.
Un piccolo elemento positivo per noi. Ma proprio piccolo.