Ho trovato Napoli sobria dopo lo scudetto. Inizialmente ci sono rimasto male, poi ho cambiato idea
Da Firenze a Napoli. Quanta differenza rispetto al racconto dei media. La vittoria è diventata ordinaria e Napoli si è sottratta a una autorappresentazione fatta di continui panem et circenses

Napoli supporters celebrate their fourth Serie A title while watching the Italian Serie A football match between Napoli and Cagliari on a big screen at Piazza del Plebiscito in Naples on May 23, 2025. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)
Ho trovato Napoli sobria dopo lo scudetto. Ci sono rimasto male poi però ho cambiato idea
Ma è qui la festa?
Un invito alla Federico II per presentare il mio ultimo libro “Il giornalismo ha un futuro” con il direttore di questa testata Max Gallo e il caporedattore del Corriere del Mezzogiorno Vincenzo Esposito. Oltre che con i colleghi Maria Carmela Agodi, Gianfranco Pecchinenda e Stefano Bory. Quale migliore occasione per salutare vecchi amici e colleghi, ma anche per avere un pretesto “nobile” di partire da Firenze – dove vivo da 40 anni – per arrivare in città il giorno dopo il tripudio della sfilata sul lungomare e appena dopo il magico weekend dell’Ag4in?
Arrivo alla stazione e vedo una piazza Garibaldi immersa nella sua quotidiana confusione di tutti i giorni. Per carità, bandiere e striscioni fanno capolino qua e là da qualche balcone, ma è niente rispetto a quella totale immersione nell’azzurro di due anni fa.
Percorro in auto le strade che prima mi portano all’Arenella e poi in provincia, nei paesi vesuviani, e l’impressione di un inaspettato giorno dopo fatto di banale routine e un’esibizione assolutamente moderata dei principali simboli del trionfo mi viene confermata di metro in metro.
Parlo con parenti e amici che mi confermano. Quasi scusandosi.
Eppure, non è quanto mi avevano promesso i media: una città impazzita, il ripetersi di una festa infinita, perché Napoli è così: esagerata! Se poi si tratta del pallone, ancora di più.
La mia prima reazione è di disappunto. Ma come, volevo tuffarmi nell’irrazionale e spettacolare festa a perdifiato e mi ritrovo con pochi stendardi sventolanti?
Poi ci rifletto, e mi compiaccio per questa inaspettata (e relativa) sobrietà. Per due motivi. Uno sportivo, l’altro sociologico.
Quello sportivo è presto detto. Non si impazzisce più per qualcosa se da eccezionale diventa quasi normale. Allora colgo nel contenimento della pur evidente gioia un’augurabile consapevolezza.
Vincere potrebbe non diventare più così clamorosamente inaspettato! Da acceso tifoso quale sono, lo prendo come un segnale beneaugurante!
Il motivo sociologico è, ovviamente, più rilevante.
Vuoi vedere che iniziamo a sottrarci a un destino che sembra ineludibile e che obbliga a una rappresentazione e, soprattutto, a una autorappresentazione fatta di continui panem et circenses, in cui ogni vittoria sportiva deve essere condita da statuette a San Gregorio Armeno, spaghetti fumanti, mandolini e putipù?
Vuoi vedere che iniziamo a sottrarci a un destino per cui tutto deve essere sovradimensionato, dilatato, eccessivo, gonfiato, epocale, viscerale, folkloristico?
Vuoi vedere che iniziamo a sottrarci all’esigenza di dover leggere in ogni successo, in ogni vittoria il segno di un riscatto sociale, civile, politico?
Vuoi vedere che – semplicemente – siamo impazziti di gioia; ma poi tutto torna alla normalità, come è capitato una settimana fa a Bologna, lunedì scorso a Liverpool e, con ogni probabilità, sabato prossimo a Milano o a Parigi per la vittoria della Champions?
Ps Mentre me ne ritorno, dopo la presentazione del libro, a piedi da Mezzocannone alla Stazione passo per Forcella e – per un attimo – temo di dovermi rimangiare tutto. Ecco quello che mi sarei aspettato: il tripudio di magliette, striscioni, bandiere, ingiurie creative contro il “nemico” sportivo. Poi ci rifletto. Anche questo con la “vera anima di Napoli” c’entra poco. In tutte le altre parti del mondo lo chiamerebbero banalmente “marketing turistico”.
(professore ordinario di Sociologia dei processi culturali presso l’università di Firenze)