De Bruyne: «Non ha senso che giochi il Mondiale per club. Se mi facessi male, cosa succederebbe?»
Al Times, dopo la nuova regola che i calciatori in scadenza possono giocare il torneo: «Nessuno si prenderebbe cura di me. Futuro? Non voglio essere messo sotto pressione ora».

Manchester (Inghilterra) 26/04/2022 - Champions League / Manchester City-Real Madrid / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Kevin De Bruyne ONLY ITALY
La Fifa ha cambiato regole per il Mondiale per club: i giocatori come Kevin De Bruyne, il cui contratto col Manchester City scadrà il 30 giugno, possono firmare un accordo a breve termine fino alla fine del torneo per disputarlo. Ma il belga è contrario.
De Bruyne: «Se mi facessi male al Mondiale per club, cosa succederebbe?»
Al Times, il centrocampista accostato al Napoli nelle ultime settimane, ha dichiarato:
«Non ha alcun senso, ma accade quando vengono fatti dei tornei nel bel mezzo di queste situazioni contrattuali. Dovrò prendermi cura di me stesso perché se mi infortunassi al Mondiale per club, cosa farei? Nessuno si prenderebbe cura di me. Quindi c’è una grande possibilità che non giocherò la competizione».
Sul suo futuro, De Bruyne ha commentato:
«Tutto deve andare per il meglio per la mia famiglia e per me stesso. Quando hai 20 anni e prendi una decisione, è facile. Puoi trasferirti in un altro Paese e non è un problema, ma ora voglio prendere la decisione migliore per i miei figli, per mia moglie, la scuola, la vita, tutte quelle cose a cui devi riflettere. Continuare ai massimi livelli? Sì probabilmente. Ma dipende da tanti fattori. Non voglio essere messo sotto pressione».
Il City ha ragione a lasciar andare il belga (Telegraph)
Nell’era Abu Dhabi, il City è stato spesso deriso dai critici come una costruzione artificiale e senz’anima che ha infranto le regole — cosa che il club ha sempre negato con forza — ma De Bruyne era tutto cuore e anima, uno di quei rari giocatori capaci di trascendere le rivalità più feroci. I tifosi di ogni squadra sapevano riconoscere e apprezzare non solo le sue qualità tecniche, ma anche l’incessante etica del lavoro e l’onestà incrollabile. […]
Osservare il De Bruyne nel pieno della forma è stato uno dei piaceri più grandi della mia carriera di cronista calcistico, ed è per questo che con grande tristezza e riluttanza dico che il City ha ragione a lasciar andare l’uomo che chiamano “King Kev”. Allo stesso tempo, è facile comprendere perché De Bruyne sia così amareggiato e conservi un senso di delusione verso un club che ha servito con tanta dedizione.
De Bruyne è ancora capace di momenti straordinari. Ne ha mostrati diversi nel 5-2 contro il Crystal Palace il mese scorso, e spera di ripetersi sabato contro la stessa squadra nella finale di FA Cup a Wembley, dove i compagni vogliono regalargli il miglior congedo possibile. Ma una serie di infortuni ne ha fortemente limitato l’impatto e, soprattutto, la disponibilità. Con una rosa invecchiata, Guardiola ha bisogno di certezze nella selezione, che quest’anno De Bruyne non ha potuto offrire.