“Ci si sarebbe aspettato che venisse celebrato, ma non lo è. Per i dirigenti, è un’emicrania permanente”

Conte è difficile da amare, a Napoli il rapporto con i tifosi è freddo e negoziale (Guardian)
“Anche per gli standard del Napoli, l’interazione tra i tifosi e Conte è imbarazzante. Non è nemmeno tesa, anzi, è freddamente negoziale. Non c’è grande calore e nessuno si aspetta che rimanga oltre la fine di questa stagione”. Lo scrive sul Guardian Jonathan Wilson, una delle grandi firme del giornale inglese, peraltro uno storico del calcio.
“McTominay – scrive Wilson – ha parlato della natura esigente di Conte, che è al tempo stesso il suo dono e la sua maledizione. Diventerebbe il primo allenatore a vincere la Serie A con tre squadre diverse – i due titoli di Fabio Capello con la Juventus gli sono stati revocati – il che dovrebbe consacrare Conte come uno dei grandi. Eppure il modo in cui il suo psicodramma diventa sempre il tema centrale anche quando vince trofei, pesano. Molti rispettano Conte, ma è un allenatore difficile da amare”.
L’analisi dal punto di vista inglese non è inedita, ma il Guardian ricorda che Conte “da quando ha lasciato il Siena nel 2011, ha vinto campionati con Juventus, Chelsea e Inter. In quindici anni ha vinto un trofeo con ogni club che ha allenato, a parte il Tottenham”. Ma perché “forse il Tottenham semplicemente non è un club che ha avuto una reale possibilità di vincere trofei. Un’eccezione”.
Conte è un’emicrania permanente per i dirigenti
Il famosissimo sfogo con il quale lasciò il club inglese, ricorda Wilson, “è anche emblematico. È così che finisce sempre con Conte”.
Perché “valutare Conte è difficile. Da un lato, la sua carriera è stata una storia di successi costanti. (…) Dall’altro, è una storia di conflitti e tensione costante. Per i dirigenti, è un’emicrania permanente“.
La sua abilità tattica non è in dubbio, scrive il Guardian che ripercorre anche tatticamente la stagione del Napoli. Per poi aggiungere:
“Il principale responsabile della prestazione del Napoli, tuttavia, è Conte, in parte per la sua duttilità e in parte per la sua feroce, totalizzante intensità. Nessun altro allenatore, in precedenza, è stato così costantemente furioso e lucido allo stesso tempo. La sua passione e il suo genio sono evidenti, così come il prezzo che paga per questo. Considerando quanto Maradona, un artista la cui sofferenza creativa non è mai stata nascosta, sia rimasto venerato a Napoli, ci si sarebbe aspettato che anche Conte venisse celebrato, ma non lo è”.