In conferenza: «La sua capacità più grande è rendere una squadra forte, umile e resiliente. Cairo e la cessione del Torino? Parole di buonsenso e responsabilità».
Paolo Vanoli, tecnico del Torino, ha tenuto la conferenza stampa alla vigilia del match contro il Napoli, domani alle 15.
Vanoli: «Il fuoriclasse del Napoli è Conte, lavora tanto sui dettagli; le nostre “litigate” mi hanno fatto crescere»
Com’è andata la settimana?
«E’ andata bene, abbiamo lavorato bene. Abbiamo recuperato Sanabria, ha avuto un piccolo fastidio. Mancherà solo Ilic».
Come si prepara questa sfida?
«Il Napoli è in forma, costruito da un fuoriclasse che è il suo allenatore. Una rosa vincente che ha aggiunto giocatori con mentalità vincente, come Lukaku. E in panchina ci sono giocatori che sarebbero titolari in tante altre squadre. Si meritano questo primato, so come lavora il mister e sarà una pretendente alla lotta scudetto, ma non è in vantaggio rispetto all’Inter».
Emozionato di affrontare Conte?
«Lo ringrazio per le belle parole di ieri in conferenza. Sapete quanto sia stato importante non solo come allenatore, ma anche come persona nel mio processo di crescita. Domani incontrerò un gruppo di persone con cui ho lavorato, abbiamo vissuto grandi gioie. E un’altra persona importante che cito poco ma che è stata fondamentale è Oriali. Oltre ciò che ho visto e che ho imparato, c’è un aspetto umano: il rapporto di amicizia con la famiglia Conte, la moglie Betta mi ha dato una mano quando sono arrivato a Torino. Ma le emozioni passeranno quando l’arbitro fischierà il calcio d’inizio, sarà una battaglia perché poi si diventa nemici».
Come si ferma il Napoli?
«E’ difficile trovare punti deboli, ma per fare qualcosa di importante dobbiamo fare un risultato importante. Loro corrono più di tutti, dovremo essere pari a loro e avere più corsa ad alta intensità. A livello tattico dovremo essere attenti e preparati, Conte ha fatto vedere qualcosa di diverso non solo interpretando il 4-3-3, ma all’interno della gara ha sperimentato anche un 4-2-2-2 che per caratteristiche e forza fisica del Napoli è un sistema che riesce a sfruttare. Dovremo leggere le varie situazioni veloci a capirle».
Cos’ha visto in spogliatoio dopo il pari con il Monza?
«Non era il risultato che volevamo, i ragazzi erano arrabbiati e delusi. Ma ho visto una squadra che ha cercato a tutti i costi il risultati, a piccoli passi miglioriamo. Domani sarà difficile, ma non impossibile. Dai momenti difficile possiamo imparare tanto».
Cos’ha rubato a Conte?
«Siamo stati insieme quattro anni: se stai attento, capisci il dettaglio. Il lavoro, la perfezione, la resilienza che è un aspetto difficile da far capire ai giocatori: la sua capacità più grande è rendere una squadra forte, umile e resiliente. E va al di là dell’aspetto tecnico e tattico, in cui è molto preparato. Sono sempre stata una persona attenta, con lui ho fatto il collaboratore e ho rispettato il mio ruolo, ma con la testa di pensare se potessi avvicinarmi al pensiero di Conte. E’ stata una grande lezione per me, è stata la mia forza. Quando poi inizi un percorso sei solo, devi insegnare al tuo staff le idee e non tutti siamo uguali. Io e Conte siamo dello stesso segno, due leoni, e a volte c’erano bei contrasti che finivano per farmi crescere. Quando ho iniziato la mia strada, sono andato a migliorare inserendo le mie idee».
Come vede la partita di domani? Avete segnato poco ultimamente con gli attaccanti…
«Quando trovi squadre di questo spessore, non puoi pensare di essere sempre nella loro metà campo. Dovremo capire i momenti, difendendo con le unghie e poi con la personalità che ci ha contraddistinto a inizio campionato. Dobbiamo essere umili per capire che loro sono giocatori importanti, ma noi dobbiamo fare la nostra gara e credere in ciò che facciamo per provare a colpirli».
In una situazione complicata come la vostra, è meglio chiudersi in una bolla o respirare aria critica?
«Non sono venuto qui per proteggere qualcosa, ma per unire. Dobbiamo prenderci responsabilità insieme, come squadra e club, e rispettare i tifosi. Dobbiamo conquistare la nostra gente, ma non mi sembra giusto chiudersi in una bolla perché vorrebbe dire togliersi dalle nostra responsabilità. E’ bello quando arrivi a sognare e farlo insieme».
Come avete preso le parole di Cairo su una possibile cessione del club? E’ rimasto stupito?
«No, nè stupito nè sorpreso. Sono state parole di buonsenso e responsabilità».
Nell’ambiente avvertite che sia vicina una svolta societaria?
«No…In questo momento, la cosa bella del gruppo squadra è che sta pensando solo a uscire da questo momento. Le cose extracalcio mi scivolano addosso, non importa. Per esperienza, dico che sono altre le difficoltà».
E sul mercato di gennaio? Se è vicino il cambio di società…
«Parlo spesso con presidente e direttore sportivo, andiamo avanti per la nostra direzione a livello tecnico-tattico».