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Quesada: «Maradona sarebbe stato un mediano di mischia formidabile»

Il ct del rugby a Repubblica: «Dell’Italia mi colpi la sensazione di resa dopo 10 minuti contro All Blacks e Francia. Servivano identità, cultura, obiettivi»

Quesada: «Maradona sarebbe stato un mediano di mischia formidabile»
Newly appointed Italy's national rugby team head coach Argentina's Gonzalo Quesada poses during a press conference in Rome on October 31, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Il ct dell’Italia, Gonzalo Quesada, ha rilasciato un’intervista a Repubblica. «Questo sport crea legami che
fanno la differenza. Diventi una persona migliore, se impari il piacere di essere utile a chi ti sta vicino». 50 anni, metà dei quali trascorsa in Francia. Nipote di un italiano nato a Trieste, figlio di un famoso profumiere. Grande amico di Diego Maradona.

Quesada: «Dell’Italia mi colpi la sensazione di resa dopo 10 minuti contro All Blacks e Francia»

Perché il rugby?
«Papà giocatore, poi allenatore. Mi portava sul campo che cominciavo a camminare, e nel club: la mia seconda famiglia, una casa sicura dove ho scoperto che questa è una disciplina diversa. Qualcosa di più che uno svago: una vera formazione umana, un aiuto per i ragazzi e i genitori, un progetto comune. L’università, quindi la palestra e il rugby. Giocavo in nazionale, ho rinunciato a un’offerta dal Sudafrica: è stata dura, ma sono più felice per la laurea presa. Quello stile di vita mi ha dato equilibrio».

Con l’Italia ha funzionato.
«Ai Mondiali dello scorso anno, assistendo alle sconfitte con All Blacks e Francia, mi avevano colpito gli atteggiamenti e i comportamenti dei giocatori, quella sensazione di resa dopo solo 10 minuti. C’era un grosso trauma in atto. Ho anticipato di 2 mesi il contratto: radunando lo staff, incontrando i ragazzi. E ho scoperto tutto quello che c’era da sapere».

Come?
«Un formulario anonimo da compilare, coi valori che avrebbero definito la squadra: costanza, passione, ambizione e umiltà. Ho chiesto: ditemi cosa rappresentano per voi, e quale vostro compagno incarna di più (e di meno) questo valore. Mi sono ritrovato un tesoro di informazioni. Servivano identità, cultura, obiettivi. Chi siamo, cosa significa essere italiani».

Detto così, sembra semplice.
«Il mio lavoro al 70% è gestione e al 30% allenare: mi piace moltissimo il gioco e studiarne l’analisi — cerco sempre di anticipare il rugby del domani — ma più che altro voglio scoprire i caratteri, riconoscere e fare uscire i leader veri».

A proposito di amici. Maradona:
«Ci siamo conosciuti nel ’99 agli Olimpia, gli Oscar dello sport argentini: mi premiarono, lui vinse il titolo di sportivo del secolo. Ci siamo rivisti diverse volte. Diego rugbista? Non aveva il giusto stile di vita, ma sarebbe stato un mediano di mischia formidabile».

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