Il motto olimpico è Citius, Altius, Fortius. Ovvero Più alto, più veloce, più forte. Ciò non vale per la maggior parte dei nuotatori a Parigi. Infatti sembra che “qualcosa impedisce ai migliori nuotatori del mondo di nuotare più velocemente di quanto non facciano di solito in queste Olimpiadi”.
A scriverlo questa mattina quasi tutti i quotidiani europei. Ma anche The Athletic ne parla e sottolinea come a cinque giorni dall’inizio delle gare in piscina “non è stato stabilito un solo record mondiale nella piscina costruita in una struttura temporanea costruita all’interno di quella che di solito è una sala da rugby e concerti”.
Il problema è la profondità della piscina. “Sono solitamente profonde 3 metri. Le piscine qui sono profonda solo 2,2 metri, ben lontana dal “Water Cube” delle Olimpiadi di Pechino del 2008, che era profondo 10 piedi (poco più di 3 metri, ndr) e sede di 25 record mondiali individuali e di squadra e 65 record olimpici”.
L’effetto più diretto di questa situazione però non è la mancanza di record, quando le prestazioni degli atleti. «La relativa mancanza di profondità della piscina di questi Giochi crea più turbolenza nell’acqua, il che rallenta i nuotatori. World Aquatics, l’organismo di governo del nuoto, raccomanda che le piscine siano profonde tre metri, con un minimo di 2,5 metri. La Francia si è aggiudicata i Giochi nel 2017 e le è stato permesso di costruire la piscina alla sua profondità. Amandine Aftalion, scienziata senior presso il Centro nazionale francese di ricerca ha chiarito: «Quando nuoti, crei un’onda e l’onda va dietro e va sotto. E se la piscina è troppo bassa, l’onda si riflette dal fondo e rende l’acqua turbolenta e, di conseguenza, rallenta i nuotatori. Ma è consigliato avere tre metri, perché è molto meglio per i record e perché limita le onde che si riflettono sul fondo e creano resistenza».