Caprile: «Portiere? Decisi di diventarlo quando nel 2006 mi innamorai di Buffon e del fatto che indossasse una maglia diversa»

«Gli allenamenti di Conte? Sono tosti, però credo che a lungo andare sicuramente daranno frutti»

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Mg Parma 12/08/2022 - campionato di calcio serie B / Parma-Bari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Elia Caprile

Elia Caprile ha risposto alle domande di alcuni tifosi nelle storie Instagram del Napoli. 

Che emozione hai provato la prima volta che hai esordito in Seria A?
«Sicuramente l’esordio in Serie A è stata la cosa più bella della mia carriera finora, è stata la realizzazione del sogno da bambino. Sono stato fortunato a poterlo realizzare, non era una cosa scontata scontato e tutto ciò che ho provato quel giorno me lo porterò per sempre».

A che tipo di portiere ti ispiri?
«Ho deciso di fare il portiere perchè quando ho iniziato nel 2006 e c’era il mondiale, mi sono innamorato di Buffon e del fatto che giocasse con una maglietta diversa e da lì è cominciato tutto».

Come sono gli allenamenti di Conte?
«Sono tosti, stiamo lavorando bene e stiamo lavorando tanto. Però credo che a lungo andare sicuramente daranno frutti, siamo contenti di lavorare sodo».

La parata più difficile che hai fatto?

«Me ne vengono in mente due: l’anno scorso in Empoli-Genoa su Gudmundsson e una in finale play off Bari-Cagliari su Zappa».

Elia qual è stato il tuo impatto con i giocatori del Napoli?

«Il primo impatto è stato sicuramente positivo: ne conoscevo solo alcuni, ma sono tutti bravi ragazzi e brave persone. Mi trovo bene con tutti e sono molto contento di essere qua».

L’intervista di Caprile a TuttoSport

Elia Caprile, portiere del Napoli che ha trascorso l’ultima stagione a Empoli mettendo in mostra il proprio potenziale, è stato intervistato da Tuttosport. Quando parla del Napoli gli si illuminano gli occhi, il club crede tanto in lui.

«Non vedo l’ora di incomincia re la stagione col Napoli. Arrivare in un top club è motivo di grande orgoglio per me. Vado lì per lavorare sodo con l’obiettivo di farmi trovare pronto e conquistarmi il mio spazio».

Un tappa fondamentale del la sua carriera è stata Leeds. Com’è essere allenati a 18 anni da Bielsa?
«Un’esperienza incredibile. Per la prima volta andavo a vivere lontano da casa e in un paese straniero: in quei mesi scoppia la pandemia e mi trovo a vivere da solo per un anno e mezzo. Quando vedi Bielsa sai che stai incontrando l’allenatore per eccellenza come dice Guardiola. Ti forma in ogni cosa: è attento a qualunque dettaglio e controlla tutto, persino il peso. In campo volavamo e giocavamo a memoria, tanto da vincere la Championship e finire l’anno dopo noni in Premier».

A Bari la promozione vi sfugge per un soffio.
«Che rammarico quel palo nel finale di Folorunsho. Peccato perché eravamo un gruppo straordinario. Sono rimasto legatissimo a tanti miei compagni sia di Busto sia di Bari».

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