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Mughini: «Da tre quattro anni la Juve non è più la dominatrice. Colpa di Allegri? Non diciamo sciocchezze»

A Dagospia: «Forse troppi soldi sono stati spesi per un giocatore astro-lunare che gioca per sé ma non per gli altri dieci»

Mughini: «Da tre quattro anni la Juve non è più la dominatrice. Colpa di Allegri? Non diciamo sciocchezze»
Db Torino 17/03/2024 - campionato di calcio serie A / Juventus-Genoa / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri

Giampiero Mughini ha parlato a Dagospia della sua Juve, la squadra che ha scelto da quando aveva 10 anni e che continua a portare nell’anima

“Beninteso vedevo giocare in Italia squadre formidabili, il Grande Torino, l’Inter di Herrera e Sandro Mazzola, il Milan di Nereo Rocco e Gianni Rivera, il Napoli dove spadroneggiava Sua Maestà Maradona, il lunare Napoli vincente dell’anno scorso. Tutte prodigiose rivali.

Ora vincevano loro, ora vincevamo noi. È la bellezza dello sport e delle sue avventure. Una palla che rimbalza malamente a cinque minuti dalla fine della partita e la decide, o un prodigioso colpo di testa in una mischia su calcio d’angolo pochi minuti prima che l’arbitro chiudesse la partita.

Passano gli anni, cambiano le ere. Da tre o quattro anni la Juve non è più la dominatrice dei campionati italiani. I denari stranieri ne hanno sconvolto la topografia. È un altro sport. Da tre o quattro anni di giocatori italiani in una squadra italiana ne giocano al massimo due o tre mentre piovono in Italia da ogni dove campioncini che sulla carta topografica gli italiani faticherebbero a imparare dove diavolo stanno.

È avvenuto che gli juventini abbiano imparato a saper perdere di riffe o di raffe. Di un Umberto Agnelli non se ne fanno due e forse troppi soldi sono stati spesi per un giocatore astro-lunare che gioca per sé ma non per gli altri dieci.

Da allora la Juve non è più la squadra fortezza, la squadra in cui gli undici giocano per tutti gli undici e si dividono la vittoria in undici parti uguali”.

Su Allegri

“Sì quest’anno ho visto raramente giocare la Juve. Ne potevo fare a meno di quell’incantesimo. Colpa di un Allegri cui mezza Italia voleva insegnare l’arte del colpire la palla con i piedi? Ma non diciamo sciocchezze. È un allenatore che ha quantità strabocchevoli di coppe e di vittorie, un allenatore che ha vinto e vinto ancora. 5 scudetti di seguito come era avvenuto solo una volta nella storia del nostro football. Semplicemente le storie passano. Come passaggio finale mi è poi immensamente piaciuto il gesto frenetico di Allegri che si strappa di dosso giacca e camicia bianchissima. Ne nascerà una nuova Juve? Difficile, difficilissimo. Ma ne vale la pena aspettarselo”.

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