Il quotidiano inglese fa a pezzi il Circus: “prospera grazie a sporche alleanze con alcuni dei peggiori regimi del pianeta”

Ora che “gli avvoltoi volteggiano, i barbari sono alle porte e tutto ciò che un tempo era sacro viene reso profano”, si scopre che la Formula 1 ha un problema di credibilità. Che il caso “hot” della chat di Horner penalizzi il Circus. Lo stesso sistema che Horner descriveva solo l’anno scorso come “i Kardashian su ruote”. Non ci si crede… sfotte ironicamente Jonathan Liew sul Guardian.
Il senso è: che tenerezza tutta questa presunta innocenza, “l’apparente sorpresa che un prodotto confezionato e venduto come una stupida soap opera personale sia in qualche modo degenerato in una stupida soap opera personale. L’assoluta incredulità che uno sport posseduto e gestito da uomini ricchi e irresponsabili e detenuto in alcune delle dittature più repressive del mondo possa occasionalmente mancare di trasparenza. La tardiva scoperta che in realtà potrebbe esistere qualcosa come cattiva pubblicità, pubblicità negativa, il tipo di pubblicità che non emerge completamente formata dalla suite di montaggio, completa di colonna sonora pompante e trame già scritte”.
Ovviamente “lo spettacolo deve continuare. L’animale deve essere nutrito. E anche adesso, Horner riesce ancora a farlo meglio di chiunque altro“.
“Questo è ciò che accade quando uno sport diventa sostanzialmente indistinguibile dai contenuti che produce”. Per il Guardian “vale la pena riflettere esattamente su quale tipo di leadership morale qualcuno avesse davvero il diritto di aspettarsi qui”. Liew ricorda quando nel 2020 al pilota della Haas Nikita Mazepin – figlio del miliardario russo che sponsorizza la sua squadra – fu permesso di mantenere il suo posto nonostante avesse pubblicato un video su Instagram in cui sembrava commettere una violenza sessuale. O quando Ben Sulayem ha scritto tra i commenti del suo sito web personale “le donne pensano di essere più intelligenti degli uomini” . O quando la Formula 1 “predica il vangelo della sostenibilità ambientale mentre ingrassa il calendario fino a raggiungere il record di 24 gare, di cui più che mai in notturna”.
In realtà “gli attuali custodi della F1 stanno semplicemente seguendo la ricca tradizione di leadership dei loro antenati: uomini-bambini incazzati come Max Mosley e Bernie Ecclestone, sotto la cui sorveglianza lo sport prosperò e prosperò grazie a un’ondata di soldi derivanti dal tabacco, inventando controversie, e sporche alleanze con alcuni dei peggiori regimi del pianeta. Il Sud Africa dell’apartheid negli anni ’80, l’Arabia Saudita, il Qatar, la Cina, l’Azerbaigian, il Bahrein o Abu Dhabi. E la gente dice che la F1 ha perso il contatto con la sua eredità…”.
Per Liew è inutile trattare la F1 come uno sport come gli altri, con sbocchi sociali. “Nessuno va al parco nel fine settimana per giocare un po’ alla F1 con i propri compagni. Le tue possibilità di correre con una macchina di F1 sono più o meno uguali alle tue possibilità di andare nello spazio. Questo è uno spettacolo che offre emozioni viscerali e inimmaginabili su base quasi settimanale. Ma chiunque cerchi la virtù o la rettitudine morale non si impegna neanche lontanamente in questo sport alle sue condizioni”.