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Gaspart a The Athletic: «Se il Barcellona avesse capito Maradona gli avrebbe offerto più del Napoli»

Il vice presidente del Barcellona che portò Diego dall’Argentina racconta il rammarico di essersi lasciato sfuggire il più grande campione

Gaspart a The Athletic: «Se il Barcellona avesse capito Maradona gli avrebbe offerto più del Napoli»
1989 archivio Storico Image Sport / Napoli / Diego Armando Maradona / foto Imago/Image Sport

Maradona è stato indiscutibilmente un grande campione di calcio, forse il più grande. Ma la sua parentesi al Barcellona è tra i periodi della sua carriera meno ricordati, eppure anche lì Diego è stato un campione. A ricordarlo a The Athletic Joan Gaspart che era il vicepresidente del Barca che volò a Buenos Aires per aiutare a organizzare il trasferimento di Maradona al Camp Nou nel 1982.

Il Barcellona ci aveva provato già altre due volte, ma non era riuscito a strappare dall’Argenitna Diego, ci riuscì nel giungo dell’82 con i tifosi argentini molto contrariati racconta Gaspart. «I fan del Boca non volevano che Diego se ne andasse. Hanno protestato contro il trasferimento. L’atmosfera intorno all’hotel in cui alloggiavo ha portato la polizia a consigliarmi di essere accompagnato fino ai gradini dell’aereo»

Al Barcellona Maradona ha segnato 38 gol, con 23 assist in 58 partite. Al suo debutto ufficiale mise subito a segno una doppietta, accalorando i tifosi del Barca. Nel suo primo Clasico, Maradona ha siglato entrambi i gol della vittoria per 2-0 al Santiago Bernabeu. E poi il gol alle Red Star di Belgrado nel secondo turno della Coppa UEFA «Diego era circondato da 10 giocatori che erano anche molto bravi -racconta Gaspart – Ma era il miglior giocatore del mondo. Sapevi che se riuscivi a dargli la palla, ci sarebbe stata un’alta possibilità che finisse in rete. Poteva fare cose meravigliose»

Tuttavia i rapporti con la dirigenza non erano sempre idilliaci. Maradona fece innervosire il presidente Nunez quando chiese soldi extra per giocare un’amichevole di beneficenza contro il Bordeaux, e li usò per pagare una serata di squadra. La vita di Maradona già a Barcellona era sregolata. Viveva in una ricca villa con la sua famiglia allargata, definita “clan” e ciò all’epoca giravano voci strane. Quando ad esempio si ammalò nel dicembre del 1982 la versione ufficiale fu che si trattava di epatite virale, mentre c’erano voci diffuse che dicevano gonorrea.

Gaspart ha parole di elogi per Diego: «Ho avuto l’enorme fortuna di conoscere uno dei migliori giocatori del mondo. Ricordo che quando era malato, sono andato a trovarlo a casa sua. Era sdraiato a letto. Abbiamo passato lunghi periodi solo a parlare di cose diverse, le nostre famiglie più che di calcio. Amava davvero la sua famiglia e aveva una vera ammirazione per sua madre. Sono stati momenti così belli, per poter godere della sua amicizia, del suo affetto»

Maradona disse di aver provato per la prima volta la cocaina quando era a Barcellona, ma i compagni di squadra e i membri del clan hanno sempre negato la conoscenza di qualsiasi uso di droghe. Ma secondo Gaspart non c’erano problemi «Se ci fossero stati problemi allora, li avrei conosciuti e sarei intervenuto. Quando era al Barca, anche quando non poteva giocare, anche con la malattia, Diego si comportava sempre molto correttamente».

I problemi c’erano, eppure quando arriva a bussare il Napoli, dopo l’infortunio e poi la squalifica di Maradona, Gaspart sperava non accettare, mentre il presidente era quasi sollevato. Il presidente del Napoli Corrado Ferlaino era pronto a offrire 8 milioni di dollari al Barca e migliorare significativamente lo stipendio di Maradona. Ma Diego volve andarsene e il Barcellona non lo trattene «È stato un peccato – dice Gaspart – Se fossimo stati in grado di vedere di cosa Diego era capace, forse il Barca gli avrebbe proposto qualcosa di più. Se tutti conoscessimo i numeri vincenti della lotteria, saremmo milionari»

 

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