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Napoli: è stata indebolita la squadra, ridimensionato il club, smantellato il centrocampo

Non si vedeva un Napoli così brutto dai tempi di Mazzarri, sette giorni fa. In Champions andranno Bologna e Atalanta. Con merito.

Napoli: è stata indebolita la squadra, ridimensionato il club, smantellato il centrocampo
Db Riyad (Arabia Saudita) 18/01/2024 - Supercoppa Italiana / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alfred Duncan-Jens Cajuste

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 26° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24

Non ci posso credere.

Jesus con l’errore all’ultimo secondo, spreca due punti.

E diventa la sintesi della disastrosa gestione dell’Impomatato.

La prova più evidente della Grande Rinuncia.

Dopo lo scudetto le strade erano due.
Seguire la scia del successo.
E inaugurare un ciclo vincente, che collocasse il Napoli fra le prime squadre al mondo.
Oppure ridimensionare.

Si è scelta la seconda strada.

Indebolire la squadra, ridimensionarla e rinunciare in partenza alla difesa del titolo.

Tanto bene o male in Champions ci si arriva lo stesso.

Le ragioni di una scelta così non verranno mai fuori.

Ma il ridimensionamento è evidente.

Oltre alla rinuncia a un centrale di esperienza, si assiste allo smantellamento del centrocampo.

Via Elmas, Gaetano, Zerbin.
Demme fuori rosa.
Il Signorinello Pallido con la testa altrove.

Dentro Cajuste, giovane di flebile speranza.
E poi Dendoncker e Traorè che non giocano una partita intera da due anni.

Siamo al terzo allenatore in un turbillon folle.
Ma a che serve cambiare se il risultato è un gruppo allo sbando.
Ognuno gioca per sé.

E la Champions è persa.
Come è persa la qualificazione ai Mondiali per club.

Una debacle economica gigantesca.
Incredibile come un imprenditore avveduto come l’Imperatore di Capri, ci sia cascato.

La squadra è scoppiata a maggio, proprio nella sera della festa scudetto.
Una sbornia dalla quale nessuno si è più ripreso.
Dirigenza, giocatori. Tifosi, sì anche tifosi.

Un gruppo incapace di gestire un successo.

Della partita di Cagliari non ho voglia di parlare.
Il primo tempo inguardabile. Le occasioni sprecate.
Giocatori svogliati. Confusione mentale.

Due punti dilapidati all’ultimo respiro.
Una manganellata che annienta.
Ci vuole tempo per recuperare.

Non si vedeva un Napoli così brutto dai tempi di Mazzarri, sette giorni fa.

Calzona non ha colpe.

In sua difesa, da gentiluomo, interviene il Fettina.
Finora avrà potuto fare massimo un allenamento serio, cosa volete da Calzona?
Ma qualcuno sussurra che il Presidente già si stia muovendo.
E abbia chiesto il numero del barbiere di Fra Cipolla.

In Champions andranno Bologna e Atalanta.

Con merito.
Quinta vittoria consecutiva per Thiago Motta.
Partita sporca contro i Giulietti.
Non brillano Orsolini e Zirkze.
Ma alla fine è la forza del gruppo a prevalere.

Nel match-clou di San Siro la Dea riesce a portarsi via con le unghie e con i denti un punto preziosissimo in chiave Europa.

I Diavoli sono reduci da una settimana terribile: quattro gol a Monza tre a Rennes.

Ci mettono cuore. Meriterebbero di vincerla.
Ma steccano più d’una volta la conclusione.
Anche perché a difesa della porta di Gasp c’è Marco Carnesecchi, ancora una volta protagonista di giornata.

Troppo forte l’Inter contro i Salentini.

Guidati da un Lautaro che si conferma fra i cinque attaccanti più forti al mondo.

È l’anno in cui dimostra il salto mentale che gli consente prestazioni continue ad alti livelli.
La fascia da capitano, la nascita del primo figlio.
Una crescita enorme. Un vero trascinatore.

La spy story che ci mancava.

Un uomo misterioso si nasconde fra gli alberi intorno a Trigoria.
Vestito di nero, un grande zaino, cappello, volto coperto e telecamera per rubare segreti tattici dei Sangue-Oro.

Trattasi di Michele Orecchio, collaboratore di Ivan Juric. Pizzicato dalla polizia.
Curioso di conoscere l’accusa con cui gli agenti lo hanno fermato.

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