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Inzaghi: «Sappiamo quello che abbiamo fatto l’anno scorso, vogliamo rifarlo»

In conferenza: «Giocheremo ogni 72 ore e tutto può cambiare in poco tempo. Non so dirvi che partita sarà domani sera»

Inzaghi: «Sappiamo quello che abbiamo fatto l’anno scorso, vogliamo rifarlo»
Inter Milan's Italian head coach Simone Inzaghi catches a stray ball during the UEFA Champions League final football match between Inter Milan and Manchester City at the Ataturk Olympic Stadium in Istanbul, on June 10, 2023. (Photo by Paul ELLIS / AFP)

Domani ritorna la Champions. Martedì gioca l’Inter di Inzaghi. Il Napoli invece ospiterà mercoledì il Barcellona con il dubbio, in questo momento, di chi ci sarà in panchina. Nel frattempo Inzaghi presenta il match contro l’ex compagno alla Lazio, Diego Simeone, in conferenza stampa. Le sue parole riportate da Tmw.

Inzaghi: «Si capiva che Simeone sarebbe diventato un grande allenatore»

Che compagno di squadra era Simeone e che allenatore è diventato?
«Chiaramente domani sarà un piacere ritrovare Diego da avversario. È stato un grandissimo compagno di squadra, abbiamo vinto a Roma con la Lazio, poi è andato all’Atletico ma non ci siamo mai persi di vista. Si capiva che sarebbe diventato un grande allenatore, basta vedere cosa ha fatto in 13 anni all’Atlético Madrid. Ha vinto tantissimo e, al di là dell’impronta che dà alle proprie squadre, ho visto giocare l’Atletico: è un piacere vederlo giocare».

Qual è lo step ulteriore dell’Inter?
«Sappiamo quello che abbiamo fatto l’anno scorso, abbiamo vissuto notti magiche insieme alla nostra società e ai nostri fantastici tifosi. Vorremmo rifarlo, sappiamo che ci sono grandissime squadre che hanno la stessa aspirazione dell’Inter. Già domani sera affrontiamo un avversario di assoluto valore, una squadra di qualità. Nelle ultime partite l’Atletico ha cambiato 22-23 giocatori e la squadra non è cambiata. È un’ottima squadra, allenata benissimo da Diego: sarà un turno molto complicato per noi, ma ce la giocheremo alla grande. Domani è il primo incontro sui 180 minuti, in casa nostra: sappiamo che ci sarà una bellissima atmosfera e sarà bellissimo giocarla. Ci vorrà la vera Inter».

L’Atletico Madrid sta cambiando pelle, però in Champions torna un po’ all’antico. Che versione si aspetta domani?
«Prevedere quello che succederà domani sera non è semplice, vedendo le ultime partite dell’Atletico hanno cambiato tanto: ho visto la partita con il Las Palmas e sono stati molto aggressivi. In Supercoppa non è stato lo stesso atteggiamento, la penultima partita a Siviglia è stata diversa ancora. È una squadra che palleggia molto di più rispetto al passato, hanno tantissima tecnica e giocatori di ottima qualità. Non ho certezze su quella che sarà la gara, sappiamo che affrontiamo una grande squadra con un allenatore che ha dato grandissima mentalità».

In Inghilterra fanno meno turnover di noi. Si sente un po’ europeizzato da questo punto di vista, pensiamo alla gara con la Salernitana?
«Io parto da quello che è successo, da quello che ho fatto io all’Inter. L’anno scorso abbiamo fatto gli ultimi tre mesi molto bene cambiando otto giocatori ogni tre giorni. Però avevo recuperato tutti e in quel momento era la soluzione migliore. Non so cosa succederà da qui a fine stagione. Venerdì avevamo avuto sei giorni di lavoro dopo Roma e nelle ultime otto partite abbiamo quasi sempre, a parte la Supercoppa, potuto lavorare nel modo giusto. Adesso sappiamo che cambierà, perché giocheremo 72 ore e sarà tutto più difficile e complicato.

Per quanto riguarda il campionato, venti giorni fa eravamo a meno uno. Adesso a più nove dalla seconda: sappiamo che è facilissimo che possa cambiare tutto. Noi rimaniamo concentratissimi, non guardando a date lontane ma alla partita che viene. Adesso pensiamo all’Atletico, poi al Lecce, sperando di avere meno infortuni possibili. Chiaramente giocando ogni volta a settimana è più semplice, per i recuperi e gli infortuni: i ragazzi lavorano bene e sono monitorati, di volta in volta devo fare scelte non semplici».

La sfida con l’Atletico si può paragonare a qualcuna del passato?
«Potrei pensare al Porto agli ottavi l’anno scorso, una squadra molto determinata. Gli allenatori sono stati tutti e due ex compagni di squadra, sappiamo che sarà un ottavo di grandissima difficoltà. I ragazzi lo sanno e abbiamo cercato di prepararla nel migliore dei modi, dobbiamo essere bravi a gestire i momenti della gara ma i ragazzi sono cresciuti».

Cosa le piace di più del Cholo e dell’Atletico?
«Per quanto riguarda Simeone, l’ho detto: è stato un grandissimo compagno di squadra ed è un ottimo allenatore. So quanto è difficile rimanere tanti anni in una società, mi è capitato alla Lazio e spero di poter continuare qua: noi allenatori siamo giudicati in base ai risultati. Simeone li ha avuti ottimi all’Atletico, non mi fermo a carisma e mentalità: è una squadra che gioca a calcio, con dei principi, vogliono il dominio del gioco e gioca un ottimo calcio».

Diventare il Simeone dell’Inter in Italia è una cosa realistica?
«Questo è difficile, l’ho capito negli anni alla Lazio e adesso qui all’Inter. In venti giorni cambiano velocemente i giudizi sui calciatori, sugli allenatori: è inutile pensare troppo, bisogna lavorare sui principi, con questi ragazzi che hanno il sorriso sempre addosso. Abbiamo fatto sei mesi nel migliore dei modi, ma la cosa più importante sono questi tre che mancano».

Inter favorita? La risposta di Inzaghi:
«Assolutamente. Hanno tanti giocatori, hanno giocato tantissime partite, finali Champions, partite da dentro o fuori. Sarà una bellissima gara, tra due squadre che giocano bene a calcio e hanno principi solidi. L’abbiamo visto negli ultimi anni, l’episodio la può cambiare: penso al ritorno con il Liverpool due anni fa quando prendiamo un’espulsione. Sembravamo dominare… Poi la finale col City, giocata molto bene che avrebbe potuto avere un altro epilogo. Sarà una bellissima partita, con due squadre che giocheranno per entrare nei quarti».

Quanto ha influito Eriksson nei tantissimi allenatori che sono cresciuti da quella Lazio?
«Tantissimo. Era un ottimo allenatore, un’ottima persona, con idee tattiche innovative, che gli hanno permesso di vincere tanto in Italia e all’estero. Sicuramente ha influito tanto su di noi».

Il vantaggio in campionato aiuta l’Inter e Inzaghi?
«Non più di tanto, aiuta il percorso. Dobbiamo continuare sapendo che mancano un’enormità di partite. Abbiamo fatto un ottimo cammino per 25 partite, prima di Riyadh eravamo a meno uno in campionato e ora abbiamo un discreto vantaggio. Va tutto molto veloce, dobbiamo essere concentrati anche quando dormiamo: le insidie sono dietro l’angolo e in questo caso è l’Atletico, non la devo presentare io perché sappiamo che tipo di squadra è».

In Italia gli allenatori invecchiano, lei sembra ancora giovane. Qual è il suo segreto?
«Diciamo che fa piacere…. Portare questo clima che si respira insieme a società, giocatori, staff, tifosi. L’aria che si respira è quella che ogni allenatore può sognare. Sappiamo di essere giudicati giornalmente, poi ci sono dei momenti in cui sei il più bravo del mondo e altri in cui sei l’ultimo. Bisogna cercare di lavorare sempre nel migliore dei modi».

L’unico dubbio di formazione per Inzaghi è fra Darmian o Dumfries?
«Oggi i ragazzi, quelli scesi in campo, stanno bene. Tutti e venti vogliono giocare, compreso Stankovic: domani dovrò fare delle scelte, come ho fatto prima della Salernitana. Abbiamo qualche assenza importante, ma gli altri sa».

L’Inter può ancora migliorare?
«C’è sempre margine, in ogni partita… Quando vinci analizzi la partita con più piacere, con più gusto. Dopo ogni partita un’analisi attenta e giusta. Abbiamo analizzato la partita di Roma e quella con la Salernitana, traendo spunti» .

Inzaghi su Sanchez:
«L’ho detto venerdì, dopo la Salernitana. Thuram e Lautaro stanno giocando di più in questo momento, ma sono contento di loro come Arnautovic e Sanchez, che stanno facendo un ottimo lavoro, che vuol dire allenarsi nel migliore dei modi, essere sempre propositivi col gruppo e che hanno dato sempre una grande mano quando sono stati chiamati in causa. Sanchez col Salisburgo ha fatto un gol fondamentale, domenica a Roma ha avviato l’azione per Arnautovic dove abbiamo chiuso la partita col gol di Bastoni. Devono continuare così, per me sono molto preziosi: forse gli altri pensano di no, ma per me hanno fatto sei mesi ottimi finora».

Simeone ha cambiato filosofia dopo 12 anni?
«Ogni allenatore fa il calcio a modo suo. Il Cholo è un allenatore che ho sempre guardato con grandissima partecipazione, perché è un ottimo allenatore e una persona che stimo molto. Quest’anno l’ho visto fare pressing ultra offensivo, che usa molto bene i braccetti dentro il campo, che gioca molto bene a calcio. Poi dirvi che partita verrà fuori domani sera in questo momento non lo so dire, è un ottavo di finale e sarà molto sentito da entrambi. Però l’Atletico, per quanto visto quest’anno, sta facendo un ottimo calcio e sta ottenendo risultati, sapendo che giocano sempre contro avversari come Real e Barcellona».

L’anno scorso eravate outsider, quest’anno qualcuno vi dà per favoriti per una possibile vittoria finale. Questo vi spaventa o è la logica conseguenza?
«Può essere la logica conseguenza di quello che sta esprimendo la squadra, ma l’ho detto prima: dobbiamo rimanere molto concentrati a fare quello che abbiamo fatto in questi primi sei mesi, poi sarà quel che sarà. Da qui alla fine saranno tante partite, tante sfide da affrontare sempre nel migliore dei modi, sapendo che domani sarà molto difficile».

La differenza di preparare una partita dei gironi con una ad eliminazione diretta:
«Beh, chiaramente c’è stato ancora più tempo per studiare l’avversario. Sapevamo della forza dell’Atletico, rispetto alle partite della fase a gironi questa volta abbiamo avuto due mesi e mezzo, sappiamo che tipo di squadra andremo ad affrontare, intensa e fisica con grandissima qualità. Hanno una rosa molto molto lunga, mi aspetto che tutti quanti i giocatori possano dare il loro contributo. Diego può scegliere l’undici migliore».

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