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Il Bari crolla a Palermo (3-0) e si avvicina alla zona retrocessione

Sei punti in sette partite, crisi nera per il club dei De Laurentiis. È cinque punti sopra i play-out

Il Bari crolla a Palermo (3-0) e si avvicina alla zona retrocessione
Db Bari 04/09/2014 - amichevole / Italia-Olanda / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: striscione tifosi Italia

Il Bari crolla a Palermo (3-0) e si avvicina alla zona retrocessione. 

Non si arresta la fase negativa del Bari di De Laurentiis ormai in rottura prolungata. La squadra di Marino è stata sconfitta per 2-0 dal Palermo di Corini che sale momentaneamente al quarto posto. Per il Palermo hanno segnato Ranocchia, Ceccaroni, Segre. Per i pugliesi invece si avvicina la zona retrocessione. Nelle ultime sette partite il Bari ha totalizzato la miseria di sei punti con una sola vittoria. La squadra di De Laurentiis è a 27 punti con una partita in più, l’Ascoli (che oggi giocherebbe i play-out) è a 22 con una partita in meno.

I De Laurentiis sono un incubo per i tifosi del Bari, si respira una brutta aria (Repubblica)

A scriverlo è l’edizione barese di Repubblica. Il Bari ha perso in casa con la Reggiana ed è undicesimo in classifica, appena pochi mesi dopo la Serie A sfumata all’ultimo secondo nello spareggio con il Cagliari.

Ecco cosa scrive Repubblica Bari.

Non si salva nessuno. Dopo sei mesi di campionato, il Bari, dalla società alla squadra, passando da direttore sportivo e allenatore, è sempre più nel mirino di una tifoseria che ha alzato il tiro. Quando quelli della curva Nord lasciano il proprio settore per assembrarsi davanti agli ingressi 1 e 8 non è mai un buon segnale. La pessima prestazione contro la Reggiana ha fatto da detonatore a un malcontento che serpeggiava da settimane. E la sensazione è che soltanto un guizzo finale di mercato e una prova d’orgoglio venerdì sera (alle 20,30) a Palermo possano allentare una tensione ormai alle stelle.
In cima ai pensieri dei contestatori c’è la società, accusata di non avere rispettato come avrebbe dovuto una tifoseria che lo scorso campionato aveva confermato ancora una volta il suo potenziale da serie A. Il peccato originale è nelle multiproprietà: non era un mistero che prima o poi si sarebbe dovuto fare i conti con questa situazione ambigua, ma negli scorsi anni l’andamento positivo della squadra aveva allontanato il problema. Negli ultimi mesi Bari ha scoperto come sia frustrante la condizione di tifare per una squadra che non ha un futuro ben delineato. La scadenza del 2028, anno nel quale i De Laurentiis dovranno giocoforza cedere il club biancorosso e tenersi stretto il Napoli, viene vista ormai come un incubo da una tifoseria che avrebbe voglia di volare.
È qualcosa di inaccettabile per una piazza passionale come quella biancorossa e che vuole vivere soltanto emozioni forti. Ma c’è di più, perché chi ha a cuore le vicende del Bari sospetta fortemente che questo modus operandi possa proseguire ancora sino al bivio imposto dalla carte federali. Se la contestazione dei gruppi di curva Nord è rumorosa, è dilagante quella silenziosa in qualsiasi strato della tifoseria: lo ha dimostrato il diverbio di qualche settimana fa fra il presidente Luigi De Laurentiis e un tifoso della tribuna d’onore. Di questo passo, l’avversione nei confronti della società sarà unanime e non è francamente possibile immaginare anni da separati in casa.
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