Al podcast Bsmt: «Dopo aver deciso di smettere mi cercò anche il Barça. Alla Juve pensavo fossimo campioni poi sono andato al Psg»

Gianluigi Buffon, oggi capo delegazione della Nazionale italiana, è stato intervistato da Gianluca Gazzola nel podcast Bsmt. L’ex portiere della Juve ha parlato per oltre un’ora e mezza della sua carriera, delle opportunità mancate e anche del caso scommesse.
Buffon sul caso scommesse: «Sono usciti 100 nomi ma gli squalificati sono stati due. Nessuno ha chiesto scusa»
Buffon è tornato a parlare del caso scommesse: «Non l’ho fatto vedere ma è stato uno dei momenti in cui mi sono sentito più offeso nella mia vita, nel mio orgoglio. Ora è accaduto a questi ragazzi, sono usciti 100 nomi ma obiettivamente gli squalificati sono stati due. Per tutti gli altri nessuno ha chiesto scusa o quant’altro. In Italia diventano tutti bacchettoni, ma io non le condanno quelle dinamiche: non trovo niente di male se uno ogni tanto si prende un gratta & vinci per sognare di diventare un re. La ludopatia dipende da quanto tempo dedichi a certe cose, non da quanto spendi…».
L’ex portiere ha parlato anche della sua carriera sportiva:
«Mi è arrivata una proposta quando avevo deciso di smettere. Ma ci sono altre priorità, per me smettere di giocare era smettere di farlo a Parma, altrimenti non avrei avuto lo stesso rispetto per me stesso. Tornare a Parma la scelta di cui vado più orgoglioso, a 43 anni avrei potuto fermarmi o chiudere alla Juve però alla fine l’indole viene fuori, avevo fatto due anni di panchina e volevo chiudere a mio modo, sentirmi protagonista perché sapevo che avrei potuto ancora esserlo. Mi arrivarono chiamate anche per giocare la Champions League, poi è arrivato il Parma. Mi aveva cercato anche il Barcellona».
La Serie B e poi il ritorno in A e lo scudetto con Conte
La Serie B giocata da Campione del Mondo nel 2006:
«Nei momenti di difficoltà non mi sono mai girato dall’altra parte. Era anche un’opportunità per dimostrare che si può giocare anche per altri valori. Lo rifarei 100 volte, anche se mi è costato alcune cose a livello di carriera».
Dopo il ritorno in A e qualche anno di stasi, con Antonio Conte arriva lo scudetto:
«Una cavalcata, una magia, lo scudetto della caparbietà e della tenacia. Conte è stato come un elettroshock: è arrivato e con il suo piglio da leader, da uomo carismatico, ci ha scosso e ci ha insegnato un discorso di gioco: è stato bravissimo nel convincerci con le sue proposte di gioco. E non è che avesse esperienza, poteva essere un punto interrogativo. Noi arrivavamo dopo i settimi posti, ma io ho detto subito che saremmo arrivati tra i primi due. Il Milan era talmente più forte di noi».
«Alla Juve pensavo fossimo tutti campioni, poi sono andato al Psg»
Dopo una carriera nella Juve, Buffon decise di provare una nuova esperienza all’estero. Il Psg lo accolse a braccia aperte:
«Avevo già organizzato la mia vita post calcio, poi nel giro di un mese è arrivata la chiamata al PSG: è stata un’esperienza eccezionale, mi sono sentito libero.[…] Mi hanno voluto tutti bene, mi hanno dato tanto. Alla Juve pensavo fossimo campioni, poi lì ho visto tutti quei giocatori insieme, Mbappè, Verratti, Thiago Silva… Con loro a Torino avremmo vinto quattro Champions League».