Pessotto: «Vialli era tiktoker senza saperlo, filmò in ritiro la vigilia di Juve-Real Madrid»
A TuttoSport: «Fu un modo per farci capire come vivere la vigilia. In campo era feroce. Le partitelle di quella Juve erano tremende»

Mg Londra (Inghilterra) 01/06/2022 - Finalissima 2022 / Italia-Argentina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gianluca Vialli
Ad un anno dalla scomparsa di Vialli, Gianluca Pessotto ricorda il suo ex compagno di squadra alla Juve in un’intervista a TuttoSport. Quando Pessotto arrivò a Torino, Vialli era il capitano della squadra.
Vialli che ruolo incarnava?
«Un po’ tutti: da quello che faceva gruppo, il trascinatore, a quello che sul campo dettava le regole. Prima di arrivare alla Juve nella mia esperienza di preparazioni estive gli attaccanti finivano nel gruppo di quelli più indietro nella condizione.
Nel primo i centrocampisti, poi i difensori e infi ne gli attaccanti che solitamente erano i più indolenti a lavorare, a parte Inzaghi! Alla Juve nel primo gruppo, dove c’ero anche io, trovai subito Vialli, Ravanelli e Del Piero. Quando le punte sono i primi a non sentire la fatica e corrono poi è tutto più facile, dietro vai di inerzia».
Vialli caricava spesso la squadra?
«Dipendeva dai momenti, a seconda del caso. Non era uno che sprecava le parole. Faceva molta attenzione al comportamento che si aveva. Trascinava spesso con i fatti e le azioni negli allenamenti. Mamma come erano duri. Ogni giorno, tutti, con lui in testa, si impegnavano a mille. Guai perdere una partitina, il giorno dopo te ne accorgevi dagli sguardi. In confronto la domenica la partita era un sollievo! Vialli pretendeva tantissimo da tutti dal lunedì al sabato e poi in partita».
Una sua giocata particolare, una foto di lui in azione fissata nella sua memoria?
«Ha fatto gol in tutti i modi, era capace di segnare in qualsiasi situazione. Io ricordo il primo derby, dopo i due che aveva perso l’anno prima: finì 5-0 per noi e lui aveva una ferocia totale. La vittoria per lui non era una gioia ma un sollievo, non sopportava la sconfitta».
E di quella finale con l’Ajax ha un ricordo particolare di Vialli oltre a quello in cui alza la Coppa come una liberazione?
«Ma io ogni tanto ripenso più che altro ai quarti di finale con il Real Madrid, quando ci giocammo la qualificazione a Torino dopo aver perso in Spagna. Cinque giorni prima andammo a fare una amichevole a Carrara contro la Carrarese che giocava in C2: il campionato era fermo. Tutti a domandarci perché. Sta di fatto che perdiamo 3-2 dopo essere andati in vantaggio 2-0. Ci portano così per punizione in ritiro. Bene, nel giorno della gara col Real eravamo tutti elettrizzati: i giornali avevano già fatto le tabelle con chi sarebbe partito a fine stagione in caso di eliminazione. E allora vedere lui, con una serenità incredibile che filmava tutto con la microtelecamera per microvideo, ci faceva capire come si poteva vivere quel momento. Parliamo di 28 anni fa: di fatto è stato un pre tiktoker! Lui era sempre avanti. Su tutto».