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Superlega, Agnelli: «Io non ho puntato la pistola alla tempia a nessuno. Ho la coscienza super pulita»

Al “Financial Times”: «Ricordo il mio volo a Parigi. Io e Al Khelaifi parliamo di un nuovo torneo, dicendo che c’è bisogno di un cambiamento»

Superlega, Agnelli: «Io non ho puntato la pistola alla tempia a nessuno. Ho la coscienza super pulita»
Juventus FC President Andrea Agnelli reacts during the final of the Italian Cup (Coppa Italia) football match Atalanta vs Juventus on May 19, 2021 at the Citta del Tricolore stadium in Reggio Emilia. (Photo by MIGUEL MEDINA / AFP)

Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni al “Financial Times”.

Agnelli parla del progetto Superlega

«Io non ho puntato la pistola alla tempia a nessuno. Tutti hanno firmato liberamente. Alcuni più per paura di rimanere esclusi, altri erano più coscienti. Io abbandonato? Le delusioni capitano, ma va bene così. Devo trasformare questa situazione in una delle migliori opportunità di apprendimento che abbia mai avuto».

«Dateci tempo. Non è che le cose accadano come per magia… Dobbiamo trovare i club, stiamo lavorando sulla parte B2B, perché se non abbiamo i club per partecipare alla competizione, non possiamo raggiungere i consumatori».

Il rapporto con Ceferin.

«Ero vincolato ad accordi di non divulgazione. In quei giorni ero bombardato di telefonate. ‘Hanno firmato? Succede qualcosa?’ Quindi ho deciso di staccare il telefono e rilassarmi. Successivamente o sarei andato a Montreux perché nulla era accaduto, oppure avrei gestito il lancio della Superlega. Una posizione difficile? Sì, ma così stavano le cose. Con Ceferin parlavamo tre volte al giorno, c’era un legame molto forte. Ripristinare il nostro rapporto? Io penso che il tempo sia galantuomo. Le cose, forse, mi auguro, un giorno andranno bene. Altrimenti, la mia coscienza è super pulita».

L’incontro segreto con Al-Khelaifi.

«Altri avevano discusso del lancio di tornei alternativi. Ricordo di essere volato a Parigi in pieno Covid. Nessuno in giro, Parigi deserta. Io e Nasser (Al Khelaifi, ndr) parliamo di un nuovo torneo, dicendo che c’è bisogno di un cambiamento, perché se non cambiamo, siamo morti».

La Juventus e l’acquisto di Ronaldo

Su Ronaldo.

«È stata un’ottima mossa. Dammi Ronaldo e permettimi di farlo giocare senza una pandemia, è tutta un’altra storia…».

Sulla Juve.

«Resto convinto che tutto ciò che abbiamo fatto l’abbiamo fatto secondo le regole, secondo gli standard finanziali. Ne sono convinto. Il calcio si è trasformato da gioco a business, ma la sua governance non si è evoluta per governare un business. La maggior parte dei club perde soldi. O siamo tutti incompetenti oppure il sistema ha qualche carenza».

 

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