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Osimhen lavora e non impreca, aveva bisogno di un pausa dal calvario napoletano (So Foot)

“In Coppa d’Africa Osimhen ha impressionato per il suo atteggiamento, la faccia dietro la maschera ora è diversa, si è sublimato in una causa. Non come a Napoli…”

Osimhen lavora e non impreca, aveva bisogno di un pausa dal calvario napoletano (So Foot)
Nigeria's forward #9 Victor Osimhen heads the ball during the Africa Cup of Nations (CAN) 2024 group A football match between Nigeria and Equatorial Guinea at the Alassane Ouattara Stadium in Ebimpe, Abidjan, on January 14, 2024. (Photo by Issouf SANOGO / AFP)

“Nonostante i 7.900 chilometri che separano Napoli da Abidjan, dove le Super Aquile hanno preso residenza per questa Coppa d’Africa, il Pallone d’Oro africano deve ancora fare i conti con i problemi che credeva di aver lasciato sul piazzale dell’aeroporto di Capodichino. Dall’inizio della stagione, infatti, Victor Osimhen nuota in acque agitate ai piedi del Vesuvio”. Comincia così il pezzo che So Foot dedica a Osimhen e alla sua travagliata stagione napoletana. La rivista francese la definisce un “calvario”, tra “pessime prestazioni collettive e individuali, il battibecco con Rudi Garcia, la parodia (razzista) su Tik Tok, i guai familiari e, recentemente, il trasferimento dal Lille al Napoli di nuovo nei radar della giustizia transalpina”. E scrive: “Osimhen aveva davvero bisogno di una pausa. E cosa meglio della Coppa d’Africa nella terra dell’ospitalità per cominciare bene?”.

So Foot promuove il torneo del bomber, finora: “Osimhen ha impressionato per il suo atteggiamento, aumentando gli sforzi difensivi e dando anima e corpo ad ogni pallone”. “Se il pirotecnico nigeriano ha ancora la maschera sul naso, il suo volto è diametralmente opposto a quello sfoggiato negli ultimi mesi a Napoli. Un giocatore che non si limita a chiedere palloni e imprecare all’arbitro e ai compagni, ma che sa sublimarsi nel lavoro”.

La rivista elogia “la forza collettiva nigeriana. Una forza collettiva che il Pallone d’Oro africano incarna al meglio. In una competizione dura e competitiva come la Can, il talento intrinseco non basta, e Super Victor lo capisce molto bene. Spesso scontroso quando la situazione non volge a suo vantaggio, il bambino di Lagos ha in qualche modo messo da parte il suo orgoglio per schierarsi attorno a una causa: la vittoria finale. A Osimhen mancano ancora cinque partite per realizzare il suo sogno, perché sì, vincere lo scudetto con il Napoli e poi la Can con la Nigeria in meno di un anno, mentre il suo Paese aspetta un’incoronazione da undici anni, ègià un bel picco in una carriera”.

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