Leclerc dubita che diventerà mai campione del mondo se resta in Ferrari (Corsera)
In Brasile l’uscita sarebbe stata provocata da un principio di allarme sul motore che ha fatto scattare il sistema di autoprotezione e spento la power unit

Spielberg (Austria) 10/07/2022 - gara F1 / foto Press Office Scuderia Ferrari/Image Sport nella foto: Charles Leclerc
Leclerc dubita che diventerà mai campione del mondo se resta in Ferrari. Lo scrive il Corriere della Sera.
Ferite d’amore. Di quelle che restano. La carriera di Leclerc con la Ferrari è piena di cicatrici. La prima alla sua seconda gara, nel 2019 in Bahrein: la macchina cede mentre era al comando. Di botte ne ha prese diverse in cinque stagioni. L’ultima, però, gli ha fatto male davvero e rischia di lasciare strascichi in un rapporto già messo a duro prova. Sul k.o. del Brasile emergono altri particolari: l’uscita di pista nel giro di formazione sarebbe stata provocata da un principio di allarme sul motore che ha fatto scattare il sistema di autoprotezione e spento la power unit per evitare danni. Dalle prime analisi sembra che l’unità sia riutilizzabile, ma la certezza si avrà soltanto quando raggiungerà Las Vegas (dove è diretta da San Paolo insieme agli altri materiali) per la corsa del 19 novembre.
Nel frattempo Charles avrà smaltito la rabbia, ma non i dubbi, che ha confidato una cerchia ristretta, sulle possibilità di diventare campione del mondo con la Ferrari in un futuro a breve termine.
Ferrari, cosa ha portato il cambio al vertice con Vasseur? Nulla. Lo scrive Giorgio Terruzzi sul Corriere della Sera.
Non è solo questione di risultati deludenti. Ma di corrispondenza con i tifosi, con l’intera platea della F1, sempre meno rossa. Dunque, di anima. Dell’antica Scuderia non c’è quasi più traccia, generano distacco le prestazioni come le parole di circostanza. Nessuno che riesca a spiegare la ragione di un disagio tecnico cronico, nessuno che urli, che pesti un pugno su qualche tavolo. Nessuno, all’apparenza, che se la prenda davvero. Battute scherzose quando da ridere non c’è nulla, diagnosi all’aria fritta nelle comunicazioni pre e dopo gara con previsioni regolarmente smentite dalla pista. Una modalità che porta all’indifferenza, l’anticamera del disamore.
Ci si domanda cosa ha portato il cambio al vertice deciso lo scorso inverno. Nulla. Le promesse si sono rivelate illusorie, le correzioni invisibili, gli errori, ripetuti. Vasseur è uomo di pista, non di fabbrica. Maranello come una tappa di un percorso professionale che da questa esperienza non mostra lampi. Dalla Ferrari se ne vanno, se ne sono andati, in tanti.