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Spalletti ha trasformato la Nazionale in un club, agisce come il Ceo di una grande azienda (Libero)

Savelli: “Spalletti ha capito che i calciatori in Nazionale non vengono stipendiati, quindi per tenerli in riga chiede loro responsabilità”

Spalletti ha trasformato la Nazionale in un club, agisce come il Ceo di una grande azienda (Libero)
Db Carnago (Va) 11/09/2023 - allenamento Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Libero analizza il lavoro di Spalletti in Nazionale fino ad adesso. Dopo le partite con la Macedonia del Nord e con l’Ucraina si può vedere un po’ di più la mano del commissario tecnico, ex allenatore del Napoli.

Sul quotidiano ne parla Claudio Savelli:

Da quasi due mesi Luciano Spalletti è il commissario tecnico della Nazionale italiana. Da due giorni ne è anche l’allenatore. Lo si può notare dalla seconda lista di convocati che, rispetto alla prima, taglia alcuni ponti con il passato, e da una conferenza stampa lunghissima in cui il ct ha comunicato il suo codice di comportamento“.

Per Savelli è un cambio drastico rispetto all’era Mancini. Il tecnico di Jesi era solito convocare una lista quasi infinita di calciatori, anche per prepararli in ottica futuro. Ma le differenze con Spalletti vanno anche oltre:

È diverso il numero dei convocati: non più trenta e passa giocatori ma 27, di cui 4 portieri, e sono già troppi per i gusti del ct. Avere meno giocatori significa poterli allenare meglio, curando maggiormente i dettagli quali la ricerca dello spazio tra gli avversari e gli interscambi di posizione. Spalletti stringe (i raduni) per curare meglio i rapporti personali e preparare nei dettagli la prossima partita“.

Il tecnico di Certaldo agisce quindi, secondo Savelli, come il Ceo di una grande azienda. Spalletti mette in subito in chiaro le cose e non agisce prima di vedere come va:

Spalletti ha capito qual è la differenza tra un club e la Nazionale, nonostante sia ct per la prima volta in carriera. Ovvero che i calciatori non prendono lo stipendio da quest’ultima, quindi non si possono comandare. Quindi chiede loro responsabilità è l’unico modo per tenerli in riga. In questo senso va letto il richiamo a Zaccagni e chiesa circa la gestione degli acciacchi, che sarà autonoma del giocatore quando gli esami non evidenziano infortuni gravi“.

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