“Grazie ai suoi studi quattro atleti normali, ma bravi nel passaggio del testimone, possono battere quattro supervelocisti inesperti nei cambi”

Ancora una volta la squadra italiana della staffetta 4×100 ha mostrato il suo valore e ha conquistato una medaglia. Dopo Tokyo, anche al Mondiale di Budapest arriva il podio. Questa volta è d’argento ma vale quasi quanto un oro.
A parlare dell’impresa del quartetto Rigali, Jacobs, Patta e Tortu, una squadra mai schierata prima d’ora che ha conquistato l’argento 40 anni. Allora ad Helsinki arrivarono dietro gli Usa Stefano Tilli, Carlo Simionato, Pierfrancesco Pavoni e Pietro Mennea.
Un remake a Budapest 2023 con una splendida frazione di Marcell Jacobs che in questo modo scaccia le polemiche. Dell’impresa ne scrive anche l’Avvenire:
“La staffetta veloce tricolore non è più quella dei Giochi – Rigali ha preso il posto di Desalu e Patta è avanzato dalla prima alla terza frazione – ma conserva due punti fermi: Marcell Jacobs sul contro rettilineo e Filippo Tortu in chiusura. Il campione olimpico bresciano è la dimostrazione di come senza un centista capace di 10” netti la staffetta non vada da nessuna parte. Nei due giorni dedicati al quartetto ha aumento frequenze e falcate, tanto che il suo lanciato sulla retta opposta ha fatto la differenza“.
Gli Usa hanno creato il vuoto davanti grazie soprattutto a Noah Lyles, oro anche nei 100 e nei 200 metri. Nonostante gli americani avessero infatti pasticciato nel passaggio del testimone, mentre l’Italia è stata praticamente impeccabile, l’ultima frazione di Lyles è stata sensazionale.
Proprio sul passaggio del testimone italiani, tutti i meriti vanno a Filippo Di Mulo, “docente di educazione fisica dedito all’arte del passaggio del testimone”:
“Grazie ai suoi studi sui cambi quattro atleti normali, ma bravi nel far transitare da una mano all’altra il cilindro di alluminio da 70 grammi, possono battere quattro supervelocisti ma inesperti nel gioco del cambio. Per abbeverarsi a questa scienza basta scorgere il riscaldamento degli azzurri e assistere al rapido scambio dell’oggetto magico al suon di una sola parola: hop. Un’arte che ha contagiato anche le donzelle d’Italia“.
Le ragazze sono arrivate a un passo dal podio nella loro staffetta 4×100. Un quarto posto che comunque fa sorridere, dietro a Stati Uniti, Giamaica e Gran Bretagna.