Gravina annichilito dalle dimissioni di Mancini: il ct gli aveva espresso il suo malessere al telefono (CorSera)
Venerdì il presidente Figc aveva chiamato il tecnico per rincuorarlo. Il ct aveva risposto: «ci dormo su, la notte porterà consiglio…». Poi la scelta

Mg Londra (Inghilterra) 01/06/2022 - Finalissima 2022 / Italia-Argentina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Roberto Mancini-Gabriele Gravina
L’ultimo contatto tra il dimissionario ct dell’Italia, Roberto Mancini, e il presidente della Figc, Gabriele Gravina, c’è stato venerdì. Il giorno dopo, le dimissioni del tecnico. Il Corriere dello Sport scrive:
“Venerdì 11 il ct ha telefonato dalla Grecia a Gravina, confessando i suoi disagi. Il giorno dopo si sarebbero dovuti risentire, non è successo, silenzio da una parte e dall’altra. Roberto aveva preso altre 24 ore di riflessione, sabato in via Allegri è arrivata la sua lettera di dimissioni. Gravina non ha rilasciato dichiarazioni”.
Il Corriere della Sera:
“Gravina è rimasto annichilito. Un colpo basso, che non si aspettava. È vero che venerdì, nella lunga telefonata dalla Grecia in cui Mancini gli aveva manifestato dubbi e turbamenti, il malessere era venuto fuori. Ma le dimissioni sono state considerate un tradimento”.
Lo stesso quotidiano racconta l’ultima telefonata intercorsa tra Gravina e Mancini. Il presidente Figc “mai e poi mai pensava di dover affrontare un simile problema, a Ferragosto poi. Anche se aveva capito che Mancini era attraversato da un «malessere»”.
“Venerdì sera, il presidente chiama Mancini, parlano a lungo, è una telefonata serena, Gravina si rende conto che «il malessere del c.t.» c’è, è reale, difatti lo rincuora, gli sta vicino come sempre. Mancini ringrazia il presidente, per la telefonata, per le parole dette, ma la chiacchierata si conclude con un «grazie presidente, ci dormo sopra e la notte mi porterà consiglio…». Una frase che significa tutto e niente. Ma mette in ansia Gravina. Che non pensa però alle dimissioni. Fino a quando non arriva la Pec di Mancini: mi dimetto”.
Gran parte del malessere era legato alle nomine dello staff, ufficializzate a inizio mese. Mancini le ha sentite imposte dall’alto.
“I suoi «sì» alle nuove nomine, si viene a sapere dopo, erano quasi dei «nì», mai espressi, insomma c’era poca convinzione”.