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In Arabia Saudita dopo sei mesi di permanenza i calciatori non pagano le tasse (Gazzetta)

Un paradiso fiscale. Il volume degli stipendi oggi supera i 600 milioni di euro. L’Arabia ha fatto accordi con 56 nazioni per evitare doppia tassazione

In Arabia Saudita dopo sei mesi di permanenza i calciatori non pagano le tasse (Gazzetta)
Saudi Sports Minister Prince Abdulaziz bin Turki al-Faisal (L) and Saudi Arabian Football Federation (SAFF) president Yasser al-Misehal (R) applaud before the start of a friendly football match between Saudi Arabia and Croatia, in the Saudi capital Riyadh, on November 16, 2022. (Photo by AFP)

L’Arabia Saudita è un paradiso fiscale, scrive la Gazzetta dello Sport. Basta risultare residenti per 183 giorni per non pagare le tasse. In pratica, dopo sei mesi, i calciatori sono esentati dall’obbligo.

La rosea scrive:

“Diciamo che per un calciatore, ma la regola vale per qualsiasi straniero che decide di andare a vivere in Arabia Saudita per motivi di lavoro, ci sono tre momenti precisi a livello fiscale. Per un giocatore di calcio il primo dura dal momento dell’ingaggio al dicembre dello stesso anno solare: quanto guadagnato nei primi mesi passati in Arabia Saudita dovrà ancora essere dichiarato a livello fiscale nell’ultimo Paese di residenza”.

“Per diventare fiscalmente sauditi ci vuole una permanenza minima nel Paese di 183 giorni, per cui dal 1° gennaio 2024 tutti i calciatori che in queste settimane stanno emigrando verso Gedda e Riad potranno passare alla tassazione azzerata. E questa è la seconda fase, la più redditizia. Finché resteranno in Arabia Saudita i calciatori non dovranno avere a che fare col fisco”.

“Gli stranieri non appartenenti ai Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo però sono esentati, a meno che non decidano di pagarla volontariamente per motivi religiosi, cosa non da escludere visto il buon numero di calciatori musulmani che stanno andando in Arabia, su tutti Benzema. E parliamo di un volume di stipendi a oggi oltre i 600 milioni di euro, per meno di 200 milioni di spese d’acquisto”.

E una volta che i giocatori tornano nel loro Paese di origine o decidono di andare in un’altra nazione? L’Arabia Saudita ha stretto accordi con 56 nazioni nel mondo per evitare la doppia tassazione.

“Ogni Paese ha le sue regole in materia di rientro dei redditi percepiti all’estero. Ci sono diverse nazioni che non chiedono nulla, ma il tema è ovviamente mutevole. E le cose stanno migliorando perché l’Arabia Saudita negli ultimi anni per incentivare gli investimenti nel proprio Paese ha stretto accordi per evitare la doppia tassazione con 56 nazioni del mondo. In pratica grazie al sistema fiscale locale più è lungo il soggiorno in Arabia Saudita, maggiore il guadagno. Ed è per questo che i calciatori stanno firmando accordi pluriennali: se si tratta di un prepensionamento, che sia il più lungo possibile: una volta arrivati in sede, che l’addio al paradiso attenda il più possibile”.

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