ilNapolista

Pingitore: «Siamo stati cacciati dalla Rai dei Professori, ma nessuno si stracciò le vesti…»

Il padre del Bagaglino a Libero: «Facemmo rifare i denti al sosia di Berlusconi e lui si lamentava e mi diceva: “Ah dottò, così nun posso più né magnà né ride»

Pingitore: «Siamo stati cacciati dalla Rai dei Professori, ma nessuno si stracciò le vesti…»
Mc Roma 18/01/2023 - red carpet film ‘L’Uomo che Disegno’ Dio’ / foto Mario Cartelli/Image nella foto: Pierfrancesco Pingitore

Libero ha conversato con Pierfrancesco Pingitore, giornalista, regista, sceneggiatore è il padre del Bagaglino. Lo spettacolo è andato in scena e in onda per anni al Salone Margherita di Roma, finché, dopo il covid, la Banca D’Italia ha deciso di non riaprire più il teatro.

Voi siete approdati lì perché altri artisti non volevano lavorarci, è vero?

«Guardi, il Bagaglino ha fatto i suoi spettacoli dal 1965 in una cantina di vicolo della Campa- nella. Siamo arrivati al Salone Margherita nel 1972 in cerca di un posto che potesse evitarci i reumatismi. Quando arrivammo lì quel teatro era completamente decaduto. Noi lo portam- mo a un fulgore che forse non aveva mai cono- sciuto prima con spettacoli di cabaret e poi per la televisione che raggiunsero picchi di 14 milio- ni di ascoltatori quando venne ospite Andreotti. L’ultimo spettacolo è stato La presidente nel quale immaginavamo che Valeria Marini potes- se diventare presidente della Repubblica. Una sorta di vaticinio per quello che che è accaduto poco dopo con l’arrivo della Meloni a Palazzo Chigi».

«Noi siamo stati cacciati dalla Rai dei Professori, ma nessuno si stracciò le vesti…»

Quindi dalla Rai vi mandarono via dopo la fine del mandato di Cossiga.

«Sì con la Rai dei Professori. L’unico che ci diede la solidarietà fu Michele Santoro, dalle cui idee eravamo lontanissimi, ci invitò in trasmissione. Fu Angelo Guglielmi, anche lui lontanissimo dalle nostre idee, a spiegare ai nuovi dirigenti che avrebbero perso una bella fetta di inserzionisti. Così ci richiamarono e facemmo una stagione trionfale con Bucce di banana. Ma poi ci volle Berlusconi e, ammaestrati dall’esperienza, passammo a Mediaset».

E lì conobbe anche il Cavaliere…

«Sì, lui è un fuoriclasse. Un uomo di una levatura diversa che ha lasciato il segno sulla storia d’Italia. Ma le racconto un aneddoto sul suo sosia…»

Dica…

«Era un venditore di scarpe che gli somigliava moltissimo. Solo che non potevamo farlo parlare in scena perché aveva un fortissimo accento romano. Così gli dicemmo di sorridere soltanto. Gli facemmo rifare anche i denti ma non si trovò bene. Ricordo che si lamentava e mi diceva: “Ah dottò, così nun posso più né magnà né ride»

ilnapolista © riproduzione riservata