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«Pensate se Medvedev scrivesse sulla telecamera “La Crimea è il cuore della Russia”…» (Telegraph)

L’uscita di Djokovic sul Kosovo serbo ha scatenato un putiferio politico al Roland Garros, ma nessuno lo punisce. “A lui non frega niente, è il suo tratto distintivo”

«Pensate se Medvedev scrivesse sulla telecamera “La Crimea è il cuore della Russia”…» (Telegraph)
Serbia's Novak Djokovic celebrates winning a point against Britain's Cameron Norrie during their fourth round match of the Men's ATP Rome Open tennis tournament at Foro Italico in Rome on May 16, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Ve l’immaginate l’indignazione se Daniil Medvedev, a cui è ancora proibito competere sotto la bandiera russa, scrivesse sulla telecamera dopo una vittoria «La Crimea è il cuore della Russia»?”, scrive provocando un po’ il Telegraph. Ecco, in percentuale risibile va calcolato il polverone che ha scatenato Nole Djokovic al Roland Garros, quando ha scritto sulla suddetta telecamera post-match che il “Kosovo è il cuore della Serbia, basta violenza”, entrando a gamba tesa, con tutto il peso della sua notorietà, sulle tensione in Kosovo di questi giorni. Riducendo ai minimi termini la questione: il Kosovo si è dichiarato indipendente dal 2008, ma la Serbia continua a considerarlo solo una regione autonoma.

Oliver Brown, il più conservatore degli editorialisti sportivi del Telegraph (in passato con posizioni quasi al limite del no-vax) scrive che Djokovic “ha specificamente invocato le rivendicazioni di sovranità territoriale del suo paese d’origine su uno stato vicino: una mossa che, se tentata da altri giocatori, avrebbe attirato una rapida punizione” da parte dell’Atp. Ma il punto è che Djokovic “sapeva esattamente cosa stava facendo entrando in un dibattito così complicato e ha deciso di non essere infastidito dalle ripercussioni. Questo è perfettamente in linea con una figura che vive della sua mentalità io contro il mondo. E per quanto strana possa sembrare la sua incursione nella politica serba, potrebbe comunque essere un ingegnoso trucco motivazionale per prepararlo alle prossime battaglie parigine”.

Perché “se Novak Djokovic ha una caratteristica distintiva, è che a lui non potrebbe importare di meno di ciò che pensano gli altri. Puoi denigrarlo, puoi diffamarlo, puoi persino deportarlo, ma non lascia ancora la minima ammaccatura nella sua armatura psicologica“.

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