La Federtennis internazionale ha chiarito che non c’è divieto alle dichiarazioni politiche. Tuttavia al Roland-Garros le posizioni religiose e politiche non sono autorizzate

Da ieri Novak Djokovic si trova nel bel mezzo di un ciclone polemico dopo la frase scritta sulla telecamera alla fine dell’ultima partita vinta al Roland Garros. “Il Kosovo è il cuore della Serbia”, ha scritto il tennista serbo in riferimento agli ultimi scontri avvenuti al confine fra i due paesi.
Si attendeva un’intervento da parte della Federazione Internazionale di Tennis (Itf) per le parole di Djokovic che hanno un forte connotato politico. Oggi pomeriggio l’Itf ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’accaduto:
“Le regole di condotta per i giocatori in un torneo del Grande Slam sono definite dai relativi regolamenti emanati dall’organizzatore e dall’autorità interessata. Nessuna disposizione proibisce ai giocatori di fare dichiarazioni politiche”.
All’Afp, l’Itf ha confermato di aver ricevuto una lettera di protesta dalla federazione del Kosovo e di averla inoltrata agli organizzatori del torneo.
Il quotidiano francese, l’Equipe, sul tema ha sottolineato che, anche se nessuno regolamento vieta dichiarazioni politiche, “la carta etica del Roland-Garros vieta ugualmente questo tipo di comportamento. Questa carta stabilisce che le posizioni religiose e politiche non sono autorizzate“.