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Juventus-Napoli 0-1, pagelle / Nella vita non c’è retromarcia, il sigillo del filosofo Spalletti

A Torino la Liberazione da tre decenni e passa di astinenza dalla Vittoria. A Raspadori non meno di dieci, che bello Zielinski che si lascia cadere dopo il gol

Juventus-Napoli 0-1, pagelle / Nella vita non c’è retromarcia, il sigillo del filosofo Spalletti
Db Torino 23/04/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Victor Osimhen

Le pagelle di Juventus-Napoli 0-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. La Juve lo buca due volte ma sono gol fantasma, che non esistono. E questa è una goduria nella goduria. Di suo, poi, il giovane Meret oppone i pugni chiusi a un tiro di Cuadrado al 10’. Cara Ilaria, a Torino in questo Ventitré Aprile azzurro celebriamo di fatto la nostra Liberazione da tre decenni e passa di astinenza dalla Vittoria, con la maiuscola. Accade subito dopo la grande delusione di martedì scorso ma la benedicente pioggia in terra sabauda è un lavacro che restituisce candore virginale a questa impresa, senza macchie e senza rimpianti – 6

Caro Fabrizio, quando compariremo in sogno ai nostri discendenti per ricordare loro lo scudetto che vivemmo dopo 33 anni di attesa e delusioni all’ultimo secondo, ricordiamoci di raccontare anche che nell’anno duemilaventitré battemmo la Juventus due volte, una più goduriosa dell’altra: cinque gol all’andata e un gol nel recupero al ritorno, per giunta dopo un gol annullato ai senza colore. Una cosa che, da sola, vale già mezzo scudetto. Quando a Meret, non è mai stato realmente impegnato: gli do il voto per la felicità sotto la curva a fine partita – 6

DI LORENZO. Mai come questa volta il Capitano è salvifico in difesa in almeno tre appetitose occasioni della Giuve. Senza dimenticare quel magnifico assist per Victor Victoria al 73’ – 7

Perché più di tutti gli altri lui sa cosa significa quello che sta per accadere: la sua carriera è un manifesto di vita. Si merita tutto il bene e il riconoscimento del mondo per la carretta tirata senza mai fiatare e per il modo in cui l’ha tirata. Avere un capitano come lui rende l’anno duemilaventitré ancora più bello. Ieri ha avuto a che fare con un cliente scomodo, Kostic, uno dei più vivi della Juventus – 7

KIM. Il Monaco Guerriero is back, Ilaria. La sua devozione alla causa azzurra si manifesta coi soliti segni in terra e in cielo, ovvero col piedone e con la cabeza. E quando si tratta di impostare tratteggia profondità ghiotte e tese – 7

La grandezza di Kim è che raramente butta via palle che possano essere in qualche modo rigiocate. Hai ragione a parlare di devozione. Un ritorno fondamentale – 7

JUAN JESUS. Giovanni Gesù talvolta tituba epperò dimostra comunque di essere affidabile. Personalmente, e in generale non solo stasera, avrei osato di più con Ostigard, il Norvegese Volante, ma va bene così – 6

Rimedia a diversi impicci, anche se magari non con lo stile con cui lo fa in genere Rrahmani, ma anche lui è devoto alla causa. Anche se gioca pochissimo si avverte che sente come suo un pezzo di questa impresa. Unica pecca, forse, aver lasciato troppo spazio a Di Maria nell’azione del gol poi annullato – 6

OLIVERA. Là a sinistra, il tosto uruguagio si cimenta in una prestazione lacrime e sangue trovandosi di fronte a volte Cuadrado e a volte Rabiot. Per non parlare del Fideo nel finale. E non sempre la spunta – 6

E vabbé, non è mica Dio. Ma la sua partita è stata applicazione e accuratezza. Gli si chiedeva questo – 6,5

ANGUISSA. L’ovunquismo di Zambo irrora energia solo a sprazzi per quasi tutto il primo tempo. Indi, diventa più continuo nella ripresa. In fase di uscita all’80’ fa una cazzata immane, per fortuna senza conseguenze. Ma quant’è bello quel fallo al 97’ quando non fa ripartire i bianconeri: un’ammonizione salutare dopo tutto quello che abbiamo passato nella tragica trilogia milanista – 6,5

Lo abbiamo notato tutti quel fallo, credo: dopo quello mai arrivato contro il Milan, personalmente ho festeggiato quell’intervento al 97′ come un secondo gol. L’intelligenza è sempre da lodare – 7

LOBOTKA. La cronaca recentissima del Napoli, che domina anche quando perde o pareggia, dimostra che gli avversari vanno in blocco sempre su due azzurri: l’instancabile Robotka e il solito Che Kvara. Così la sua prestazione allo Stadium si basa su una solida gestione che però ci consegna un frammento che farà storia: il fallo che gli fa Arcadio e che viene certificato solo dal Var, portando al sacrosanto annullamento della rete del Fideo – 6,5

Non è il solito Lobotka, e vorrei pure vedere: con tutto il tempo che ha giocato sarebbe un automa se ancora reggesse i ritmi di inizio campionato. Eppure: salva palle persino da terra, quando viene steso dai bianconeri; non perde mai una visione di un corridoio o uno spazietto in cui lanciare i compagni; la sua lucidità non si annebbia mai – 6

RRAHMANI dal 95’. Senza voto

Senza voto

NDOMBELE. Stavolta non ha annebbiamenti nicciani e addirittura per quasi un’ora è il più incisivo nella terra di mezzo. Inediti quegli scambi con il Che Kvara. Se avesse avuto maggiore cura nell’ultimo passaggio sarebbe stato perfetto – 6,5

L’arma geniale di Spalletti, che, sapendo che Lobotka sarebbe stato raddoppiato o triplicato, ha lanciato in campo Tanguy l’imprevedibile, la scheggia impazzita, che non ha demeritato. E poi, Fabrizio, se fosse perfetto non sarebbe Ndombele. Per quanto mi riguarda ha cancellato la macchia dell’erroraccio contro il Milan con sessanta minuti di agonismo e applicazione. Avrebbe meritato anche un gol, con nostra esplosione annessa per celebrarlo – 7

ZIELINSKI dal 68’. L’orgasmo del gol nel recupero è merito dei tre sostituti: San Piotr, il Macedone del Nord, Giacomino Raspad’oro – 7

Se Piotr dovesse andar via a fine stagione ci ricorderemo comunque per sempre di quei movimenti che favorisce per entrare nelle aree avversarie. Nonostante i suoi alti e bassi, la sua indolenza, a volte, la fragilità che si trasforma in mancanza di coraggio, è stato ed è ancora prezioso per il Napoli. Meraviglioso quando, dopo il gol, si lascia cadere a terra in un’esplosione di meravigliosa ed incontenibile gioia – 7

LOZANO. La sua corsa non produce frutto. Perdipiù al 37’ potrebbe servire un colossale assist al Che Kvara e invece preferisce tirare, perdendo l’attimo. Ma stasera le insufficienze non sono ammesse – 6

Non è stata l’unica volta in cui ha preferito tirare. Va bene che stasera nessuno merita l’insufficienza, ma questo è un problema da risolvere – 6

ELMAS dal 68’. Il Macedone del Nord entra benissimo, non bene. Servito da San Piotr ricama il traversone per il tiro di Raspad’oro che spalanca le porte del Paradiso – 7

La rivincita dei panchinari: lo scudetto è incredibilmente e ferocemente anche suo. Rendiamo grazie ad Elmas – 7

OSIMHEN. Come un’apparizione sovrannaturale, Victor Victoria inizia a manifestarsi all’ora di gioco: due tiri, un palo esterno, un colpo di testa – 6,5

Per quasi tutta la partita è stato meno dinamico del solito, meno propositivo, ma con una grande dedizione in fase difensiva. Ad un certo punto si è illuminato con uno scatto di corsa (era quasi terminata la partita) che mi ha fatta emozionare. Verrà il tempo anche di Victor. Oggi era il tempo, strameritato, di Raspadori – 6,5

KVARATSKHELIA. Come detto sopra, il Che Kvara si attira addosso sempre un paio di avversari (a volte anche tre) e nonostante tutto non si rassegna mai. Al 50’ riesce finalmente a tirare in porta – 6,5

Incredibile il modo in cui quando prende palla gli arrivano tutti addosso come mosche, bisognerebbe sfruttare di più il momento per inventare qualche schema per tirare in porta decentemente mentre lui distrae tutti quelli che ci sono in giro. Ad ogni modo, la sua applicazione ieri gli avrebbe meritato qualcosa in più – 6,5

RASPADORI dall’86’. Che destino, Ilaria! Il sinistro al volo di Giacomino è il sigillo del Nome della Rosa (ampia e di valore) di Lucio in the sky. Succede nel recupero a Torino, contro la Juventus, e vale il quasi-scudetto. Non c’è da aggiungere altro – 8

Fabrizio, con “succede nel recupero a Torino, contro la Juventus, e vale il quasi scudetto”, un voto sotto il 10 non è ammesso – 10

SPALLETTI. Anche stasera il Napoli ha dominato come contro il Milan. Stavolta però la beffa finale evapora davanti al Var. Il tricolore è a un passo, ma Lucio in the sky fa il pompiere e trattiene l’emozione, anche se rivede il film della sua carriera, con quelle scarpe da calcio in panca che gli ricordano l’infanzia povera, senza soldi. Uomo dalla filosofia terragna, ha ricordato che nella vita non c’è retromarcia, chiaro invito a godersi la festa quando sarà –  domenica prossima o il primo martedì di maggio – senza rimpianti e amarezze residue. Ci sarà tempo e occasione per scriverne, ma il suo Napoli ha stravinto il campionato senza mai soffrire e archivia finalmente l’eterno maradonismo di noi tifosi (e lo scrive uno che ha chiamato il figlio Diego). Questa squadra è una novità eccezionale e unica nella nostra storia. Come ha detto Rafa Benitez, un altro grande mai accettato dalla città, questo è “un triunfo dell’echilibrio”. E si sa che a Napoli l’equilibrio è considerata una dote noiosa, buona per i polentoni che vivono nella nebbia – 8

Non era facile uscire indenni dal triplo appuntamento mancato con il Milan. Ieri il Napoli, dopo un inizio un po’ tremante, è tornato lo squadrone che ha dominato un campionato. Una partita bellissima, emozioni e batticuore annessi. Spalletti è già nella memoria eterna, per quanto mi riguarda: un allenatore straordinario – 8

ARBITRO FABBRI. Come volevasi dimostrare l’arbitraggio all’inglese è una boiata pazzesca e dannosa, ma almeno Fabbri viene preso dal dubbio e va al Var. In ogni caso meglio del nocivo polacco Marciniak di martedì. La dinamica del fallo di Milik su Lobo è la stessa di quello di Leao su Lozano: prima il piede poi la palla. Detto questo, Gatti andava espulso per chiara violenza sul Che Kvara – 4

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