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De Sanctis: «Il calcio italiano ha balbettato un po’ sul rispetto della regolarità del campionato»

A Sky: «Il mister è una di quelle persone che può accelerare la crescita di questo club che ha uno sbilanciamento tra il suo potenziale e quello che manifestano i tifosi»

De Sanctis: «Il calcio italiano ha balbettato un po’ sul rispetto della regolarità del campionato»
Perugia 31/07/2019 - amichevole / Perugia-Roma / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Morgan De Sanctis

A Sky il direttore sportivo della Salernitana, Morgan De Sanctis, dopo il pareggio per 1-1 contro il Napoli:

Rimandata la festa, pareggio che pesa in ottica classifica:

«Innanzitutto vorrei tranquillizzare, sono passato perché abbiamo pensato fosse meglio far riposare i giocatori. Abbiamo un’altra partita decisiva per la salvezza. Io sono qui per evidenziare il comportamento di grande dignità e di grande rispetto che hanno avuto i miei vertici societari. Abbiamo avuto una settimana tosta. La squadra è stata bravissima, c’è stata al prestazione. Il punto ci mette in una situazione di classifica migliore».

«Sono in un vortice di sentimenti perché da bambino per me Maradona e la maglia azzurra voleva dire tanto. Arrivare qui a San paolo non è stato semplice perché è un occasione importane, perché il Napoli ha meritato questo scudetto e faccio i complimenti a tutti, in particolare a Meret, un portiere che mi somiglia tanto. Abbiamo fatto una cosa importante per il calcio italiano che ha balbettato un pochetto riguardo alla preservazione della regolarità della competizione sportiva. La Salernitana ha fatto in modo che dimostrasse che il calcio è più importante».

De Sanctis sull’importanza nel calcio italiano delle direzioni sportive:

«Sta ai proprietari della società di calcio, con le proprietà straniere, continuare a essere virtuosi, cercare di tirare il meglio dal materiale umano che hanno a disposizione. Questa stagione vale tantissimo per il calcio italiano. È dovere dei proprietari, di chi governa le istituzioni, bisogna creare un valore aggiunto, lì ci sono margini di crescita per il calcio italiano. Ne parlavo con Massimo Ugolini qualche anno fa di quanto noi potenzialmente siamo più forti come movimento dell’Inghilterra, della Spagna, perché associato al calcio, noi possiamo metterci una cultura di paese nel calcio. La premier attira tanti tifosi per quello che produce sul campo, se la Serie A producesse lo stesso livello non ci sarebbe competizione».

su Dia:

«Il merito di aver preso Dia è da condividere con la proprietà, con il presidente Iervolino che ha fato tantissimi sforzi economici e ha creato un certo appeal intorno alla società, la Salernitana ha appeal perché ha una tifoseria appassionata  e perché Salerno ha un contesto intorno a se di richiamo internazionale. In più ci stanno 25 mila persona allo stadio, il prossimo anno forse di più. Portare Dia e convincere Paolo Sousa è stato complicato probabilmente. Su Dia durante l’estate non c’è stata la consapevolezza su questo giocatore. Ce lo teniamo stretti e abbiamo la forza contrattuale per farlo. Il mister è una di quelle persone che può accelerare la crescita di questo club che ha uno sbilanciamento tra il suo potenziale e quello che manifestano i tifosi. Iervolino può essere, e in parte già lo è, la scintilla affinché la Salernitana con il lavoro posso recitare un ruolo da protagonista da qui ai prossimi anni».

 

 

 

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