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Locatelli: «La mancata convocazione in Nazionale mi ha fatto male»

Su Twitch: «Posso dimostrare sul campo cosa posso dare e riconquistarla. Di Maria? Fa un altro sport. Si è presentato da noi come la persona più umile del mondo»

Locatelli: «La mancata convocazione in Nazionale mi ha fatto male»
Db Torino 29/01/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Monza / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Manuel Locatelli

Manuel Locatelli è stato ospite sul canale ufficiale della Juventus su Twitch, dove ha raccontato le sue emozioni da quando veste la maglia bianconera. Il centrocampista ha parlato anche della mancata convocazione in Nazionale, ma ha iniziato parlando della vittoria contro l’Inter.

«Vincere a San Siro contro l’Inter è ancora più bello, abbiamo fatto anche una grande partita. Vincerla così è stato bello. Sono felice di questo, è stata una vittoria importante e abbiamo avuto un atteggiamento perfetto. Quella di ieri è stata una delle partite migliori di quest’anno. Sono riuscito a trovare subito la posizione, mi sono sentito importante per tutta la squadra. Quando entri in fiducia riesci a rendere meglio in tutte le partite. La continuità è il segreto di ogni stagione positiva. La mia chiusura? Tackle così è una cosa che ho quasi sempre avuto e mi esalta. Essendo un intervento importante entri in fiducia e senti le emozioni che ti caricano. Contro l’Inter o contro le grandi squadre caricarsi è facile, se non sei carico non sai giocare a calcio. Nel campionato è importante affrontare tutte le partite come quella di ieri. Le partite più belle sono i big match ma dobbiamo avere questo atteggiamento tutte le partite».

Sui momenti più difficili in carriera:

«Il momento in cui sono andato via dal Milan è stata una bella botta perché non me lo sarei aspettato. Ero giovane, è stata una bella mazzata. A Sassuolo mi sono rimboccato le maniche e lì ho conosciuto una famiglia fantastica. De Zerbi mi ha esaltato come uomo e calciatore. Nelle difficoltà fai un passo indietro ma poi fai un passo doppio».

Sulla foto con Lautaro:

«Mi piaceva come foto, poi sono cose che succedono sul campo. Lautaro è un grande giocatore, c’è rispetto e sono cose che si dicono sul prato verde. Finita la partita finisce tutto».

Locatelli e suoi idoli:

«Del Piero è il simbolo della Juve, come lui anche Pavel, Buffon. Sono gli storici che guardi sempre. Poi Pirlo per il ruolo, ma un altro che sto conoscendo per bene è Pessotto. È un grande, mi sta insegnando tutti i trucchi. Si veste sempre in giacca e cravatta e io lo stuzzico quando non la mette. Senza dimenticare Chiellini e Bonucci, che sono la dimostrazione della juventinità oggi».

Sull’Europeo vinto e sulla Nazionale:

«Mi rimarranno per la vita. Abbiamo vissuto momenti incredibili, venivano dall’anno prima che c’era il Covid. È stato più di un sogno, si è andati oltre qualsiasi aspettativa. Mancata convocazione? Ci sono rimasto male. Vivo la Nazionale come qualsiasi ragazzo, non essere chiamato mi ha fatto male. Io posso dimostrare sul campo cosa posso dare e riconquistarla».

Locatelli sul gol alla Juve quando vestiva la maglia del Milan

«Quando giocavo al Milan pensavo solo al Milan. La partita con la Juve era speciale, ma devo essere sincero quando ho segnato con la Juve è stato incredibile. Tantissimi mi hanno odiato ma in quel momento lì ero felicissimo. L’unica non felice era mia nonna».

Sullo Sporting, prossimo avversario in Europa League

«È un avversario tosto, giocano bene. Sono preparati, hanno molti giovani. Sono una squadra intelligente. Ma noi siamo la Juve e dobbiamo dimostrarlo. È un avversario difficile ma anche noi lo siamo per loro».

Locatelli sui giocatori da cui ha appreso di più

«Da tanti ho appreso. Di Maria fa un altro sport. Ma anche Leo, Danilo, Alex Sandro. Angel è l’esempio del campione: ha vinto tutto ma si è presentato da noi come la persona più umile del mondo. È il segreto tra il campione e uno che fa il fenomeno. Con chi ho legato di più? Faccio il nome di Pinsoglio, nello spogliatoio ci dà una mano enorme. Ci stimola, è un piacere parlare con lui. Sono quelle persone che nello spogliatoio fanno la differenza. Sa cosa vuol dire la Juve, ha vinto, ma in ogni allenamento dà tutto e i risultati si vedono. È un esempio da seguire».

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