Il New York Times racconta il vano lavoro di pressioni politiche e di lobbing per permettere al numero 1 del tennis di giocare senza vaccino

Niente ha potuto il torneo, la politica, le lobby. Niente. E in verità non potrà niente nemmeno la legge ordinaria. Novak Djokovic non può entrare negli Stati Uniti da non vaccinato a meno che non sia il Presidente Biden a deciderlo. La regola che vieta a Djokovic di entrare nel Paese è il risultato del decreto presidenziale, separato dalle disposizioni sull’emergenza sanitaria che la stessa amministrazione Biden prevede di pensionare l’11 maggio prossimo. La regola decade solo quando il presidente Biden deciderà di revocarla.
Mentre in California comincia il torneo di Indian Wells, “il quinto Slam”, il New York Times racconta il lavoro ai fianchi dell’amministrazione Biden, le pressioni per arrivare ad un’esenzione che permettesse al numero uno al mondo di scavalcare l’ultimo muro pandemico: entrare negli Stati Uniti senza mai essersi vaccinato. La parte interessante della questione è proprio l’intervento delle lobby, che nulla hanno potuto. Almeno finora.
Matthew Futterman racconta della “raffica di telefonate e pressioni su persone che Djokovic e il suo team conoscevano e che potevano avere collegamenti con l’amministrazione Biden, tra cui Billie Jean King”.
Andrea Gaudenzi, presidente dell’Atp, ha definito il ritiro di Djokovic una “grande delusione”. E il direttore del torneo, il tedesco Tommy Haas (ex numero 2 del mondo) aveva detto al Nyt di aver provato in tutti i modi a far entrare Djokovic in tabellone.
Djokovic e il suo manager italiano Artaldi, scrive il Nyt, “hanno entrambi contattato direttamente Ken Solomon, l’amministratore delegato di Tennis Channel e di un’importante raccolta fondi sia per il presidente Biden che per l’ex presidente Barack Obama. Solomon ha iniziato a chiamare gli alti funzionari dell’amministrazione Biden per perorare il caso di Djokovic, sostenendo che escluderlo dagli Stati Uniti era ingiusto e che la presenza di Djokovic avrebbe rafforzato in modo significativo il torneo di Indian Wells e le economie della Coachella Valley e del sud della Florida”.
“King, che ha lavorato con l’amministrazione Biden lo scorso anno per commemorare il 50° anniversario del Titolo IX, la storica legislazione che garantisce a ragazze e donne in America pari opportunità nello sport, ha usato i suoi contatti alla Casa Bianca. Anche la Professional Tennis Players Association, la neonata organizzazione che Djokovic guida dal 2020, ha lavorato con i suoi contatti”.
“Img, il conglomerato sportivo e di intrattenimento che rappresenta Djokovic, ha arruolato i suoi team per le relazioni con il governo e l’immigrazione, che spesso lavorano con il governo su questioni normative e per garantire l’ingresso ai suoi clienti stranieri in circostanze di routine. Per IMG, l’interesse va oltre il suo rapporto con Djokovic. La società possiede il Miami Open”, il prossimo torneo che Djokovic sarà costretto a saltare. I dirigenti dell’Img hanno contattato il senatore repubblicano della Florida Marco Rubio, che insieme al senatore Rick Scott, ha scritto una lettera esortando l’amministrazione Biden a porre fine all’obbligo di vaccinazione”.
Il New York Times scrive anche che non è stato coinvolto Ari Emanuel, l’amministratore delegato di Endeavor, che possiede Img. Il fratello di Emanuel, Rahm Emanuel, è stato capo dello staff di Obama durante il suo primo mandato. L’altro suo fratello, Ezekiel J. Emanuel, era un consigliere per le politiche sanitarie alla Casa Bianca di Obama.