Sul CorSport. Il Napoli è qualità, agonismo, intelligenza tattica e spirito di gruppo capaci di voltare la casualità del successo in una causalità

Il Napoli ha battuto l’Eintracht per 3-0 (dopo il 2-0) dell’andata qualificandosi, per la prima volta nella storia del club, ai quarti di finale di Champions League. Due gol di Osimhen, uno di Zielinski su rigore. Sul Corriere dello Sport, Alessandro Barbano commenta la serata del Napoli.
“Qui non si tratta di saltare più in alto degli altri, ma di fermarsi a un metro da terra in una torsione che ritardi di un attimo lunghissimo la frustata del collo sulla testa, dandoti la sensazione di una librazione eterna. Lo stacco di Osimhen che buca le speranze dei tedeschi è la metafora di una distanza. Quella che sta tra il Napoli e una squadra normale. È un gap che fa ordinario ogni traguardo. Perfino la storica qualificazione ai quarti di Champions pare la naturale conseguenza di un primato robusto come venticinque gol in otto gare europee, contro avversari come Liverpool, Rangers, Ajax, e, da ultimo, Eintracht. Il Napoli è qualità, agonismo, intelligenza tattica e spirito di gruppo capaci di voltare la casualità del successo in una causalità. Non a caso, alla fine di ogni partita disputata dagli azzurri si fa strada, nella coscienza dell’osservatore, la convinzione che nessuna circostanza avversa avrebbe potuto ribaltare il corso degli eventi. Se pure lo spillo nigeriano non avesse raggiunto l’altezza dei 240 centimetri da terra, dalla quale ha disegnato una parabola nel set con la precisione di un cestista nel tiro libero, i tedeschi avrebbero forse potuto ribaltare il risultato? Nessuno che abbia visto Napoli-Eintracht, con il beneficio di una modesta esperienza di calcio, potrebbe sostenerlo”.
In questa incredibile cavalcata del Napoli stonano solo le due sconfitte in campionato contro Inter e Lazio, scrive Barbano.
“Inspiegabili, alla luce di ciò che il gioco ha messo in luce in questa stagione”.
A questo punto, ipotecato lo scudetto, il Napoli potrà concentrarsi sulla Champions. Per farlo, dovrà correggere i minimi errori che compie ancora.
“azzerando le piccole sbavature che fino a ieri risultavano perdonabili. E che da oggi sarebbero intollerabili. Come, per fare un esempio, l’azzardo di Kim nel dribbling nell’area del portiere, con un rimpallo che solo per un caso gli è stato favorevole. Allo stesso tempo le risorse vanno amministrate con un raziocinio assoluto, perché la valutazione del rischio infortuni diventa una componente essenziale della performance. Osimhen potrà anche dolersi di qualche sostituzione, ma non sarebbe ammissibile mettere a repentaglio la sua tenuta”.