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La moglie di Berardi: «Basta massacri sul web. Denunceremo, bisogna fare qualcosa» 

Al CorSport: «Ho paura. Chi denuncia viene spesso ignorato. Se ne parla, ma non ci si è mai mossi davvero in maniera concreta».

La moglie di Berardi: «Basta massacri sul web. Denunceremo, bisogna fare qualcosa» 
Db Reggio Emilia 15/01/2023 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Domenico Berardi

Ieri la notizia delle minacce di morte via social all’attaccante del Sassuolo, Domenico Berardi, e a sua moglie Francesca Fantuzzi. E’ proprio quest’ultima, oggi, a parlarne in un’intervista al Corriere dello Sport.

«Da mamma, da moglie, da donna, semplicemente da essere umano dico: ho paura».

La moglie di Berardi racconta la solidarietà che è arrivata alla famiglia dopo le minacce, a partire dal Sassuolo.

«Confermo, il nostro club inteso come proprietà, dirigenza e compagni, ci è stato e ci è accanto. Ma anche giocatori di altre squadre con le loro famiglie ci hanno manifestato sostegno e ci siamo confrontati su quello che purtroppo è un male comune».

Si dice molto arrabbiata per quanto accaduto.

«Arrabbiata, senza dubbio. La cosa che mi fa più rabbia è che chi denuncia viene accusato di esagerare: “Eh che sarà mai…”. Mi fa arrabbiare che certi insulti o minacce possano essere ricevuti senza problemi anche da ragazzi normalissimi, nel senso di non conosciuti. E mi dispiace che non si stia facendo niente, o si stia facendo poco, per tutelare i giovani. Vedo un mondo grigio: fino a quando i social permetteranno di creare dei profili falsi ognuno si sente libero e sereno di fare qualsiasi cosa, senza metterci la faccia. E spesso queste denunce finiscono nell’anonimato. Denunce che noi faremo, però. Se ne parla, ma non ci si è mossi davvero in maniera concreta e definitiva. Continuerò a fare questa battaglia per dire basta, non è normale. Ci sono davvero dei massacri, si è perso un po’ il senso».

La moglie di Berardi continua:

«Vedo un mondo avanzare velocemente, senza regole in un universo web spartano, con troppa libertà. Ognuno deve dire o fare ciò che gli pare, ma se offendi o minacci non è concepibile. Quando vedo mio figlio e penso che tra dieci anni avrà un telefono in mano e potrà essere anche lui oggetto di insulti sto male. Chi denuncia quasi sempre viene ignorato o non arriva a nulla. E’ tempo di finirla, di fare qualcosa».

 

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